Mondo

Iraq, Scelli (Cri): “La pace passa attraverso l’Onu”

Il commissario straordinario della Croce Rossa parla della necessità di "un coinvolgimento internazionale ad ampio raggio"

di Redazione

Per rilanciare la missione di pace in Iraq, l’apporto delle Nazioni Unite e’ ”determinante”: e’ necessario quindi un ritorno immediato dell’Onu alla guida di una coalizione internazionale che vada oltre i paesi attualmente presenti in Iraq, cosi’ come e’ necessaria e urgente una ”transazione rapida e oculata” del potere, che deve essere gestito dagli iracheni.

Il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli, ha ben chiaro il percorso da fare affinche’ in Iraq ci si possa incamminare definitivamente verso la normalita’. A Roma per sovrintendere al primo Campo scuola nazionale di protezione civile della Cri allestito nella spianata di Tor Vergata dove fu celebrata la giornata mondiale della gioventu’ durante il Giubileo, Scelli ha anche commentato il comportamento degli americani. ”Dal punto di vista militare le cose hanno funzionato – ha detto – forse, dal punto di vista amministrativo, andava preventivato un progetto di pari efficacia a quello militare”.

”Ora basta con le polemiche, e’ determinante l’apporto dell’Onu e il passaggio di potere nelle mani degli iracheni – ha aggiunto il commissario, tornando sul ruolo delle Nazioni Unite – una risoluzione e’ stata votata e serve un coordinamento internazionale e un impegno ben congegnato perche’ non e’ piu’ possibile che pochi paesi si facciano carico da soli di rilanciare la missione di pace”. Fondamentale anche mettere il governo iracheno nella condizione di poter gestire il potere. Un passaggio, ha spiegato Scelli, che deve si’ essere rapido ma allo stesso tempo oculato. Il rischio, infatti, e’ quello di ”mettere una Ferrari in mano ad uno che fino a ieri ha guidato un go kart”. Per questo, ha concluso, anche per cio’ che concerne la transazione e’ fondamentale ”un coinvolgimento internazionale ad ampio raggio”.

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