Mondo
Iraq: Saddam accetta ispettori Onu
Lo ha annunciato Annan, ma gli Usa "Falsa speranza"
di Paul Ricard
«Posso confermarvelo: l?Iraq accetta il ritorno degli ispettori senza condizioni». L?annuncio del segretario generale dell?Onu Kofi Annan arriva al termine di una giornata di attesa. Voci sempre più insistenti davano come imminente un messaggio importante di Saddam Hussein.
«Ci sono buone notizie», ha detto il ministro degli Esteri iracheno, Naji Sabri, consegnando nelle mani di Annan una lettera del raìs. «Vogliamo cancellare ogni dubbio – è scritto nel messaggio – che l?Iraq possieda armi di distruzione di massa». All?incontro era presente anche il segretario generale della Lega araba Amr Moussa (Annan l?ha ringraziato «per lo strenuo sforzo» di mediazione). La discussione sull?organizzazione pratica della nuova missione che dovrà verificare il disarmo iracheno «comincerà immediatamente». «Quasi tutti gli oratori all?Assemblea generale – ha continuato Annan – hanno spinto l?Iraq ad accettare il ritorno degli ispettori», e in particolare il discorso del presidente americano George W. Bush «ha galvanizzato la comunità internazionale».
Ma la Casa Bianca non è convinta. «Non tendiamo a prendere sul serio quel che dice Saddam Hussein», hanno dichiarato fonti dell?amministrazione americana dopo l?annuncio di Annan. Già nel pomeriggio, alle voci di un imminente messaggio positivo del raìs, il segretario di Stato Colin Powell si era mostrato scettico: «Può essere solo un diversivo».
La giornata, in realtà, dal punto di vista statunitense è trascorsa in preparativi di guerra. Al Pentagono, il ministro della Difesa Donald Rumsfeld ha annunciato ieri una nuova strategia nelle zone di non volo in Iraq: i top gun anglo-americani attaccano non più solo le batterie e i radar nemici, ma l’intero sistema difensivo antiaereo, compresi i centri di controllo e di comando, gli aeroporti militari e le comunicazioni. Affiancato dal vicecapo di Stato maggiore, generale dei marines Peter Pace, Rumsfeld ha dichiarato di avere ordinato «la metodica distruzione delle difese antiaeree irachene, perché ultimamente i loro tiri si erano fatti più efficaci e l’idea che i nostri jet vadano in missione e che qualcuno possa prenderli di mira così impunemente mi irrita». Abbiamo demolito strutture importanti a Nord e Sud del Paese, aggiunge, e non sappiamo «in quanto tempo l’Iraq potrebbe ripararle qualora il presidente Bush decidesse di invadere». Pace osserva che «le capacità difensive irachene sono state drasticamente ridotte», cosa che faciliterebbe un attacco Usa. Preparativi di guerra anche sul fronte opposto: il Pentagono riferisce che Saddam sta spostando parte dei suoi armamenti nei quartieri civili delle città, nella speranza che l?America non li bombardi.
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