Welfare

Iraq: Rumsfeld chiamato direttamente in causa nelle torture di Abu Ghraib

Secondo il settimanale americano “New Yorker”, il segretario alla difesa avrebbe approvato un progetto per ottenere con l’uso della violenza informazioni dai prigionieri

di Joshua Massarenti

L?articolo del New Yorker, già accessibile on line, verrà pubblicato solo domani, e con ogni probabilità avrà l?effetto di un vero e proprio terremoto nell?establishment americano. Secondo il settimanale newyorkese, le torture inflitte da militari americani a dei detenuti iracheni nella prigione di Abu Ghraib sarebbero la conseguenza diretta di una decisione approvata segretamente nel 2003 da Donald Rumsfeld, il segretario alla difesa statunitense.
Secondo il suo autore, Seymour Hersh, lo stesso che assieme al network televisivo americano CBS fece scoppiare lo scandalo di Abu Ghraib,?le radici? di questo caso ?non riposano sulle tendenze criminali di alcuni riservisti, bensì su di una decisione approvata l?anno scorso? da Rumsfeld. Secondo informazioni divulgate al New Yorker da ufficiali americani, questa decisione è stata presa ?per estendere i limiti di un programma altamente segreto, destinato in origine alla caccia di Al Qaeda, agli interrogatori praticati sui detenuti in Irak?.
Nello specifico, questo programma ?incoraggiava la coercizione fisica e le umiliazioni sessuali sui prigionieri iracheni, con lo scopo ultimo di ottenere maggior informazioni sulla crescente insurrezione irachena?. Inizialmente, secondo Hersh il progetto autorizzava ad uccidere, catturare o interrogare le personalità cosiddette di valore nel quadro della lotta al terrorismo. Ma con l?intensità della lotta insurrezionale irachena, Donald Rumsfeld, assieme a Stephen Combome, il vice segretario alla difesa, hanno deciso di estendere il programma agli interrogatori praticati nella prigione di Abu Ghraib. La svolta sarebbere stata approvata l?estate scorsa dopo gli attentati contro la sede dell?ONU e l?ambasciata giordana a Baghdad.
La decisione sarebbe stata presa da Cambone, per poi essere avvalorata da Rumsfeld e dal capo di Stato Maggiore Richard Myers. Invischiato nella vicenda anche il generale Geoffrey Miller, comandante del centro di detenzione di Guantanamo, il quale secondo il New Yorker si sarebbe recato in agosto a Baghdad raccomandando una ?guantanamaizzazione? del sistema carcerario iracheno. Ma sia Rumsfeld che Cambone ?sono andati oltre? autorizzando metodi ?non convenzionali? ad Abu Ghraib, in particolar modo il ricorso ad umiliazioni sessuali da praticare sui detenuti per ottenere informazioni di cui il Pentagono non era in possesso in vista di reprimere l?insurrezione.
Da parte sua, la CIA si era opposta a questa decisione rifiutando qualsiasi tipo di collaborazione. Sempre secondo il New Yorker, dopo l?apertura nel gennaio scorso di un?inchiesta militare sulle atrocità di Abu Ghraib, si è deciso di soffocare tutta la vicenda presentando una versione ufficiale dei fatti al termine della quale sarebbero stati incolpati dei ?ragazzi diventati incontrollabili?,
Ieri, una portavoce del Pentagono, Laurence De Rita, ha definito l?articolo ?stravagante, pieno di errori e congetture anonime?. Ha poi concluso che ?nessun responsabile del dipartimento della difesa ha mai approvato un programma concepito per compiere gli abusi visti nelle foto e nei video recentemente divulgati?.

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