Mondo
Iraq relief, sulla via di Bagdad
Fabio (Movimondo) sta preparando il trasferimento da Damasco all'Iraq. Si passa dalla Giordania
di Fabio Amici
TROVATI I VOLONTARI PER IL CAMPO DI AL HOL
Unicef è riuscita ad avere da Women General Union e da Syrian Youth Association , le due organizzazioni di volontari provvederanno in tutto 20 persone che seguiranno il corso per operare all’interno del campo di Al Hol in attivita’ di supporto psicologico ed educativo.
I corsi inizieranno lunedi’.
Patrizia partira’ domani per Hassake.
Contrariamente a quanto previsto inizialmente i volontari non saranno di Hassake , ma del paese di Al Hol, questo ovviamente non fa alcuna differenza ai fini delle attivita’ previste, anzi semplifica le cose non rendendosi necessari trasporto di personale da Hassake al campo e viceversa ( la distanza e’ di 45 Km).
IL PIANO PER RAGGIUNGERE L’IRAQ
Riguardo invece l’ingresso in Iraq dalla Siria, non e’ una questione di visti concessi dalle autorita’ Siriane, quanto un problema di mancanza di presenza alla frontiera irachena .
E’ un po’ comlicato, ma cerco di riassumere e rendere semplice la spiegazione del problema.
Per uscire dalla Siria verso l’Iraq i problemi sono minimi, sul passaporto verrebbe apposto il timbro di uscita come da routine, cio’ suppone che se si esce da un paese si entri in un altro e qui sta il punto, non ci sono corrispettive autorita’ irachene che appongano alcun timbro di ingresso, il che al momento del ritorno potrebbe comportare problemi per il ri-ingresso in Siria.
Quindi si e’ optato per un ingresso dalla Giordania dove le procedure di uscita e re- ingresso sono diverse , basta una dichiarazione attestante l’assunzione di responsabilita’ personale su rischi ingresso in Iraq, che libera le autorita’ giordane di qualsiasi responsabilita’.
A BAGDAG NON E’ EMERGENZA, MA L’ACQUA E’ INQUINATA
Continuano ad arrivare notizie dai nostri Jose e Mario e da altri volontari .
Non ci sono notizie particolarmente rilevanti, l’emergenza non c’e’, o meglio non e’ cosi’ grave come tutti temevamo giusto pochi giorni fa.
Ci sono certamente situazioni gravi, ma come emerge da un rapporto di MD|SF su un assessment generale effettuato su ospedali e cliniche private nelle tre principali citta’ il 60% degli ospedal i sembra funzioni.
Mancano certi medicinali e attrezzature mediche, quali antibiotici, anestetici, analgesici , erogatori per ossigeno e gas clinici quali l’ossigeno.
La situazione delle acque e’ ancora grave, soprattutto mancano dati sulla qualita’ e su eventuali inquinanti.
Intanto noi ci stiamo preparando. Noleggeremo un minivan che dal confine Giordano ci portera’ all’ospedale di AL Kharj dove cominceremo a lavorare per valutare i problemi esistenti agli impianti e alle installazioni acqua, elettricita’ e condizioni igieniche .
Stiamo preparando le ultime cose, siamo impazienti e insoddisfatti allo stesso tempo.
Sembra che tutto quanto abbiamo appreso dai vari notiziari sia in contrasto con le informazioni che abbiamo dai nostri colleghi in Iraq.
Non avvertiamo nei toni e nelle valutazioni fatte dai nostri colleghi, la stessa drammaticita’ dei reporters , cio’ suscita in noi il desiderio di vedere di persona cosa sta succedendo veramente, sapendo che potremo entrare in contatto solo con una parte piccola di realta’, ma sufficiente , speriamo, per poter capire meglio come effettivamente come sono in realta’ le cose.
Qui a Damasco, intanto, la tensione dovuta alle accuse da parte dell’amministrazione americana, va via via stemperandosi, senza conseguenze particolari sui sentimenti della popolazione.
L’atmosfera e’ tranquilla e come si dice, tutto e’ sotto controllo.
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