Mondo
Iraq: rapitori, decisione imminente sulla sorte della Sgrena
Nuovo comunicato dei del gruppo che ha rivendicato il sequestro della giornalista de "Il manifesto" Giuliana Sgrena
E’ sotto interrogatorio da parte dei suoi sequestratori Giuliana Sgrena, l’inviata del ‘Manifesto’ rapita venerdi’ in piena Baghdad, e conoscera’ quanto prima il proprio destino giacche’ una decisione e’ “imminente”: e’ quanto affermano i suoi carcerieri, appartenenti al fantomatico e poco noto gruppo integralista autoproclamatosi Organizzazione per la Jihad.
In un nuovo comunicato diffuso su un sito filo-islamico in Internet, i sequestratori affermano: “Annunceremo il fato di Giuliana Sgrena nell’imminente futuro. La stiamo ancora interrogando, e la nostra commissione per la ‘sharja’ (la legge islamica fondata sul Corano, ndr) presentera’ presto il suo verdetto”. Ancora una volta, non e’ finora stato possibile verificare l’autenticita’ del messaggio, che non ha trovato riscontri indipendenti.
Il gruppo precisa comunque di essere il medesimo gia’ autore della prima nota, quella con cui lo stesso 4 febbraio fu rivendicato il sequestro a nome della sedicente Organizzazione della Jihad Islamica; e altresi’ della seconda, attribuita all’Organizzazione per la Jihad nei Paesi del ‘Rafidain’, cioe’ della Mesopotamia, antico nome dell’Iraq. In quest’ultima si impartiva al “criminale governo” dell’Italia un ultimatum di 48 ore, in scadenza nella serata di oggi, perche’ richiamasse le truppe dal Paese arabo: in caso contrario la giornalista sarebbe stata uccisa.
Nel primo comunicato il termine fissato era stato invece di 72 ore; se in esso la sorte assegnata alla prigioniera italiana, in caso di mancato adempimento della richiesta dei rapitori, era soltanto lasciata intendere con una sinistra allusione (“Dai nostri battaglioni riceverete comunicazioni di ben altro tipo al suo riguardo”, era scritto), in quello successivo si avvertiva esplicitamente che, in caso di mancato ritiro del contingente italiano, Sgrena sarebbe stata giustiziata.
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