Mondo

Iraq: quegli ispettori sotto pressione

«Chi decide è il Consiglio ma è ovvio che ci dev’essere un equilibrio tra i tempi che ci danno e l’effettività delle ispezioni. Se domani ci dicono che abbiamo solo un giorno...beh!»

di Paolo Manzo

Segnatevi questo nome. Hans Blix è il capo degli ispettori dell?Unmovic, l?agenzia Onu responsabile per le ispezioni in Iraq. Il suo portavoce ufficiale, Ewen Buchanan, da New York è chiaro sui futuri sviluppi: «Siamo pronti a rientrare in Iraq, ci sono ancora alcuni particolari da discutere ma il nostro capo, Hans Blix, ha detto che se tutto andrà bene i nostri uomini saranno a Bagdad a metà ottobre». Perché tanto tempo? «Dobbiamo approntare una struttura adatta per le 45 persone che manderemo là. Dalle jeep agli hotel, dalle comunicazioni telefoniche all?allestimento d?una rete intranet. Tutti aspetti pratici di cui tener conto prima di partire». Ok, Buchanan, ma che ci dice degli ispettori? «Questa volta sono stati scelti direttamente dall?Onu, non dai governi. Per evitare i problemi della precedente missione. E le posso dire che ci sono italiani». I nomi? «Top secret». Senta Buchanan, gli Usa continuano a vincolare l?entrata degli ispettori a una nuova risoluzione. è necessaria? «Il Consiglio di sicurezza sta discutendo, loro comandano, noi siamo un?agenzia esecutiva. Ma anche senza risoluzione possiamo intervenire, in base alla 1284, che dà tempi e modi». Sì, ma se la nuova risoluzione v?accorciasse i tempi? «Ripeto. Chi decide è il Consiglio . Ma è ovvio che ci dev?essere un equilibrio tra i tempi che ci daranno e l?effettività delle ispezioni. Agiremo il più rapidamente possibile ma se domani si svegliano e ci dicono che abbiamo solo un giorno per farle, beh!». Thanx, Mr Buchanan.


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