Mondo

Iraq: Prodi, è saggezza non vecchiaia che fa dire no alla guerra

Lunedi' a Bruxelles un appuntamento importante. I ministri degli esteri dei quattro paesi della Ue che fanno parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu

di Redazione

Gli europei non sono vecchi, solo saggi. E a spingere l’Europa verso posizioni contrarie alla guerra ”non e’ la vecchiaia, ma la saggezza”. Romano Prodi, in partenza per Sassari, ragiona a voce alta sulle parole pronunciate dal segretario alla difesa Usa Donald Rumsfeld. L’immagine della vecchia Europa che arriva da oltre Atlantico non convince il capo dell’esecutivo europeo che stamattina, a Bruxelles, ha aperto i lavori di un gruppo di saggi sul dialogo tra i popoli e la cultura. Una sorta di laboratorio di cui fanno parte anche gli italiani Umberto Eco e Tullia Zevi voluto proprio da Prodi per riflettere sul dialogo tra le culture. Anche questa e’ vecchia Europa? Forse. Ma Prodi non se ne cura: ”il futuro delle nostre societa’ e’ interculturale, dobbiamo capirci e darci gli strumenti per gestire positivamente le questioni dell’immigrazione, dell’integrazione e della coesione sociale”. Nelle parole di Rumsfeld, per Prodi c’e’ qualcosa che non va: ”Mi sembra difficile considerare vecchia la Francia o la Germania, che hanno cambiato tutta la loro storia”, dice. La Francia e la Germania ”si sono riconciliate e da un passato tragico hanno costruito un futuro in comune. Se questo e’ essere vecchio, io credo che ci sia un giudizio sbagliato”. Avere una lunga storia alle spalle, non e’ negativo. ”Tutta l’Europa ha una vecchia eredita’, ma si sta rinnovando completamente ed e’ questa la sua grandezza: unire il passato con il futuro”, osserva Prodi. ”E’ lo sforzo che facciamo e io credo che prepariamo qualcosa di buono per le generazioni prossime”. La conclusione e’ chiara: ”non e’ la vecchiaia, ma la saggezza” che porta a rifiutare ogni scorciatoia bellica. Prodi ha piu’ volte ribadito nelle ultime settimane che ”la guerra non e’ inevitabile”, deplorando al tempo stesso la mancanza di unita’ dell’Europa, che mina il suo ruolo mondiale. ”Potremmo avere un grande ruolo e invece ci ridono dietro”, ha detto lunedi’ scorso a Firenze. PIU’ UNITA’ PER AVERE RUOLO MONDIALE – Un tema caldo quello dell’unita’ dell’Unione in politica estera, destinato a diventare rovente man mano che i venti di guerra contro l’Iraq spireranno con maggior forza. Lunedi’ a Bruxelles, prima della riunione del Consiglio dei ministri degli esteri, ci sara’ un appuntamento importante. I ministri degli esteri dei quattro paesi della Ue che fanno parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Regno Unito, Francia, Germania e Spagna), il presidente greco di turno dell’Unione Ghiorgos Papandreou, il capo della diplomazia italia Franco Frattini e l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Javier Solana terranno una riunione di coordinamento sull’Iraq. Il tentativo e’ di individuare e ribadire gli elementi di base di una posizione europea sulla crisi irachena. ”Si tratta di una riunione interessante, che deve contribuire al mantenimento di un quadro comune europeo”, sottolinea una fonte diplomatica. Se e’ vero infatti che ci sono differenze anche significative fra gli europei, e’ vero anche – aggiunge la fonte – che esistono ”elementi di base che sono comuni a tutti”: il fatto che Saddam debba collaborare di piu’ e disarmarsi; la necessita’ di percorrere fino in fondo la strada dell’Onu; l’opportunita’ di ”dare piu’ tempo” agli ispettori delle Nazioni Unite. Lunedi’ e’ una data importante per la crisi irachena: per quello stesso giorno e’ infatti atteso il rapporto degli ispettori Onu guidati da Hans Blix.


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