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Iraq: primo teste d’accusa depone al processo contro Saddam
Il testimone, arrestato dopo il fallito attentato contro l'ex Rais a Dujail, fu trasferito in un centro di detenzione dove si praticava "sistematicamente" la tortura.
Il primo teste d’accusa ha deposto oggi in aula a Baghdad nel processo a Saddam Hussein per la strage di sciiti del 1982 a Dujail, ripreso stamani di fronte al Tribunale speciale iracheno (Tsi) per la terza udienza, tuttora in corso. Lo ha riferito la Tv di stato irachena Al-Iraqiya, che ritrasmette in differita il processo.
Il teste d’accusa, Ahmed Hassan (38 anni), che si e’ anche costituito parte civile, ha raccontato di essere stato arrestato con il padre e il fratello all’indomani del fallito attentato del luglio 1982 contro l’ex Rais nella cittadina sciita di Dujail, 45 km. a nord di Baghdad. Dopo l’arresto, Hassan ha detto di essere stato trasferito a Baghdad in un centro di detenzione dei servizi segreti del deposto regime iracheno, guidati allora da Barzan al-Tikriti, fratellastro di Saddam Hussein e uno dei suoi sette coimputati per la strage di Dujail.
Il teste ha affermato che nel centro di detenzione veniva praticata sistematicamente la tortura e di aver visto con i suoi occhi ”una macchina tritatrice con del sangue che usciva e dei capelli umani al di sotto”. ”E’ una menzogna”, ha urlato l’ex capo dei servizi segreti, mentre il teste d’accusa ha dichiarato che il fratello, assieme al quale e’ stato detenuto per quattro anni nella stessa prigione, sarebbe stato sottoposto a elettroshock alla presenza dell’anziano padre di 77 anni.
Sempre secondo il teste d’accusa, la sanguinosa repressione a Dujail dopo il fallito attentato a Saddam Hussein sarebbe stata personalmente guidata da Tikriti, armato di un fucile di precisione, mentre l’ex Rais avrebbe dal canto suo percosso un ragazzino di 15 anni. A detta del teste, Saddam Hussein avrebbe chiesto al ragazzino: ”Lo sai chi sono?”. Terrorizzato, l’adolescente avrebbe risposto ”Saddam”, e il deposto dittatore lo avrebbe allora colpito alla testa con un portacenere.
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