Mondo

Iraq: presto controlli Oms sull’uranio impoverito

L'organizzazione mondiale della sanità invierà medici per verificare il collegamento tra la sostanza e l'insorgere di malattie

di Gabriella Meroni

L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) inviera’ lunedi’ prossimo una squadra di medici in Iraq per verificare se l’uso di proiettili all’uranio impoverito da parte delle truppe americane durante la guerra del Golfo abbia causato un aumento dei casi di tumore nel paese. Gli otto specialisti contano di poter porre le basi del piu’ articolato studio realizzato a livello internazionale sui casi di tumore, di malattie renali e di una serie di disordini congeniti, ha spiegato il portavoce Gregory Hartl, ricordando che ”gli iracheni hanno denunciato un aumento dei casi di cancro, attribuiti all’uranio impoverito” ed assicurando che i medici cercheranno di appurare se questo aumento si e’ verificato, per poi studiarne le possibili cause”. Gli Stati Uniti hanno usato proiettili all’uranio impoverito sia durante la guerra del Golfo nel 1990 sia durante la campagna aerea sulla Jugoslavia nel 1999: il Pentagono, ricorda il Washington Post, sostiene che il metallo usato per le munizioni – il cui livello di radioattivita’ e’ pari al 40 per cento di quello dell’uranio non impoverito – non e’ pericoloso per la salute umana. L’Oms – ha precisato il portavoce dell’Organizzazione – non ha trovato elementi in grado di collegare il metallo radioattivo alla leucemia ma intende ora approfondire i timori delle autorita’ irachene circa un aumento dei casi di tumore. Il successo della missione – che potrebbe costare diversi milioni di dollari e richiedere anni prima di essere completata – dipendera’ anche dalle capacita’ dell’agenzia di ottenere finanziamenti dai paesi donatori.


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