Welfare
Iraq: presto attivo un tribunale di guerra
Le accuse da portare in giudizio includerebbero il genocidio, i crimini di guerra e i crimini contro l'umanit
Un tribunale speciale per i crimini di guerra in Iraq potrebbe nascere nel giro di poche settimane a Baghdad. Lo ha reso noto lo stesso Governo transitorio iracheno che vorrebbe utilizzare il nuovo ‘strumento giuridico’ proprio per portare in giudizio l’asso di picche: il dittatore Saddam Hussein. Nei prossimi giorni il consiglio nominato dagli Stati Uniti sarebbe, infatti, gia’ in grado di presentare lo statuto della nuova corte di giustizia allo stesso amministratore americano Paul Bremer per l’approvazione prima che il dittatore venga catturato.Sono in molti in Iraq a credere che in questo caso un tribunale iracheno sarebbe piu’ appropriato di uno internazionale. Sulla questione, sono intanto giunti commenti positivi anche dagli alti funzionari americani a Baghdad. ”E’ qualcosa che credo accadra’ entro le prossime settimane”, ha dichiarato per l’occasione Pierre Richard Prosper, l’inviato del Dipartimento di Stato americano sulle questioni legate ai crimini di guerra.
Secondo lo statuto, riporta il ”Washington Times”, le accuse da portare in giudizio includerebbero il genocidio, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanita’. Non appena la corte di giustizia sara’ attiva, quindi, i primi iracheni ‘importanti’ a sperimentarne l’efficacia saranno il generale Ali Hassan Al-Majid, conosciuto con il nome di Ali il Chimico, e lo scienziato Rihab Taha al Azawi gia’ in mano alle forze alleate. Sulle sentenze da applicare, pero’, si brancola ancora nel buio specialmente sulla delicata questione dell’applicazione della pena di morte.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.