Mondo

Iraq: premier inviti Bush a non venire in Italia

L'appello lo lancia Nicola Madaro, sindaco di Sammichele di Bari, paese di uno dei tre italiani rapiti in Iraq, commentando la morte del militare ucciso ieri a Nassiryia

di Paolo Manzo

”Secondo me il presidente del Consiglio Berlusconi deve avere il buonsenso di invitare Bush a rinunciare al suo viaggio in Italia poiche’ ritengo che metterebbe a rischio la vita degli ostaggi”. Lo dice all’Adnkronos Nicola Madaro, sindaco di Sammichele di Bari, paese di uno dei tre italiani rapiti in Iraq, commentando la morte del militare ucciso a Nassiryia. ”Qualora cio’ non dovesse avvenire, aspetteremo il dibattito al Parlamento di giovedi’, e subito dopo siamo pronti a organizzare una grande manifestazione da tenere a Bari o a Sammichele per chiedere al presidente americano di rinunciare al viaggio”. Il primo cittadino del piccolo centro pugliese, che e’ anche il paese natale di uno dei tre bodyguard italiani ostaggi dei terroristi in Iraq, sin dal primo momento e’ stato vicino alla famiglia del nostro connazionale, curando, nei primi giorni, i contatti con il Ministero degli Esteri e organizzando la manifestazione per la pace e per la liberazione dei prigionieri dello scorso 29 aprile a Roma. Oggi il sindaco si dice pronto a un’altra clamorosa iniziativa, gia’ preannunciata nei giorni scorsi. ”Ogni notizia drammatica proveniente dall’Iraq, come quelle degli ultimi giorni – dice – manda sempre piu’ giu’ il morale della famiglia Cupertino”. Le sue visite in casa dei familiari dell’ostaggio non si sono mai interrotte. L’attesa, che dura da oltre un mese, e la mancanza di notizie certe sulla trattativa e sulle condizioni degli ostaggi si fanno sentire. ”Siamo preoccupati, la situazione in Iraq va sempre peggiorando” – dice ancora il primo cittadino. ”Di fronte alle drammatiche notizie provenienti da quel paese siamo in fibrillazione ma purtroppo siamo impotenti”. Nei giorni scorsi si era parlato di una lettera ai rapitori, idea accantonata per lasciare il posto alle trattative. Tra queste quella condotta da Gino Strada dal quale sarebbero arrivate rassicurazioni sulle condizioni degli ostaggi e sulla garanzia di vita salva. ”Speriamo – conclude Madaro – che non si rimangino la promessa”.


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