Mondo

Iraq. “Porte aperte agli ispettori”

Il vicepremier iracheno Tariq Aziz annuncia: "Carta bianca agli uomini dell'Onu". Già il 16 ottobre potrebbero essere a Baghdad

di Ettore Colombo

L’Iraq apre le porte agli ispettori dell’Onu, senza riserve. Da Ankara, il vicepremier Tareq Aziz annuncia al mondo: “Permetteremo ogni cosa agli ispettori”. Il che vuol dire che tutti i siti saranno visitabili, compresi a quanto pare i tanto discussi palazzi presidenziali. Una mossa distensiva, che arriva proprio mentre all’Onu si discute se approvare una nuova risoluzione, su iniziativa americana e britannica, per porre un ultimatum a Saddam. “Abbiamo dato istruzioni alla delegazione irachena a Vienna nel senso che gli ispettori avranno accesso a tutte le istallazioni e che potranno usare tutti i metodi tecnici di indagine” ha detto Tareq Aziz dopo l’incontro con il premier turco Bulent Ecevit. “Ho detto al premier che l’Iraq rispetta le risoluzioni dell’Onu ed aiuterà gli ispettori a realizzare i loro compiti tecnici. Questo significa che l’Iraq non ha armi di distruzione di massa” ha aggiunto il numero due iracheno. In precedenza, il segretario di Stato Colin Powell li aveva invitato ad attendere una nuova risoluzione dell’Onu prima di partire per Baghdad, e in ogni caso ad “aspettare come si sviluppano le cose nelle prossime settimane”. Ma da Vienna gli ispettori avevano risposto seccamente: “Noi siamo l’organo tecnico di ispezione del Consiglio di sicurezza (dell’Onu) e prendiamo istruzioni dal Consiglio”. E oggi il quotidiano di Baghdad al-Rafidain, solitamente ben informato, scrive che il team dell’Onu arriverà nella capitale irachena il 16 ottobre: tutto è ormai pronto per accoglierli. Dopo aver reso omaggio agli sforzi del capo missione Hans Blix, che a Vienna sta discutendo con gli iracheni le modalità dei controlli , Powell aveva detto: “Penso che lui dovrà aspettare di vedere se il Consiglio di sicurezza dell’Onu adotterà nuove risoluzioni e direttive che potrebbero costringerlo a modificare i suoi piani”. Chiaro il riferimento alla risoluzione “dura” che Usa e Gran Bretagna cercano di far passare in queste ore: Saddam dia il via libera alle ispezioni entro sette giorni e senza riserve, oppure si autorizzi l’uso della forza. Una posizione che non convince Russia, Francia e Cina, gli altri membri del Consiglio di sicurezza. Secondo le ultime indiscrezioni gli Usa potrebbero decidere di ammorbidire la loro linea per evitare un veto e far passare comunque una risoluzione “di avvertimento” a Saddam. Anche perché ora l’apertura irachena cambia lo scenario: la guerra sembra alllontanarsi.


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