Mondo

Iraq: polemiche sui profughi in Parlamento. Ma ne discutono in sei

la "centralità" della questione, sbandierata dal centrodestra al centrosinistra, non trova riscontri. Non almeno nei numeri dei presenti. Si inizia con 30 si finisce in sei

di Paul Ricard

Grandi polemiche. Numerose interviste. Riunioni fiume. Anche manifestazioni. La questione degli aiuti umanitari e della gestione dei possibili profughi iracheni ha acceso l’attenzione della politica nazionale che, dopo due Conferenze dei capigruppo, è riuscita a calendarizzare il dibattito in Aula iniziato oggi a Montecitorio. Ma alla prova dei fatti l’attenzione e la “centralità” della questione, sbandierata dal centrodestra al centrosinistra, non trova riscontri. Non almeno nei numeri con cui i lavori si sono aperti. Da poco dopo le 16, ora di inizio della discussione, l’Aula ha registrato punte massime di presenze non sopra i 30 deputati (in 59 sono in permesso), per cadere fino al minimo di sei, relatori delle mozioni e rappresentante del Governo (il sottosegretario agli Esteri, Margherita Boniver) compresi.


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