Mondo
Iraq: ore decisive in Consiglio di sicurezza
A porte chiuse si sta discutendo la mozione ultimatum di Spagna-Gran Bretagna-Stati Uniti d'America
di Paolo Manzo
E’ iniziata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la discussione a porte chiuse sulla bozza di risoluzione sull’Iraq formulata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna, appoggiata dalla Bulgaria, e sulla controproposta francese, cofirmata da Russia e Germania ed appoggiata dalla Cina e dalla Siria. I due documenti riflettono la spaccatura interna all’esecutivo Onu sulle prossime mosse da adottare per sbloccare la crisi irachena, con il gruppo guidato dagli Stati Uniti convinto che Baghdad abbia mancato di cogliere l’ultima opportunita’ che gli veniva offerta per disarmare, ed il blocco dei paesi che fa capo alla Francia favorevole al proseguimento delle ispezioni.
Ai due gruppi si aggiungono i sei paesi del Consiglio che ancora non si sono pronunciati sulla posizione che intendono adottare. Tra questi, l’Angola, che conta su una soluzione di compromesso che possa in un qualche modo evitare la spaccatura. ”Nulla e’ impossibile”, ha affermato l’ambasciatore Ismael Gaspar Martins, convinto della necessita’ per il Consiglio di restare compatto e di inviare un forte messaggio a Saddam Hussein, esortandolo a disarmare, come richiesto dalle risoluzioni. Con lui, attendono di pronunciarsi anche Camerun, Guinea, Messico, Cile e Pakistan. Perche’ una risoluzione venga approvata, sono necessari nove voti favorevoli e nessuno dei paesi che ne ha diritto – i cinque membri permanenti, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina – deve ricorrere al veto.
Poco prima che iniziasse la riunione, il presidente russo Vladimir Putin e quello americano George Bush hanno espresso nel corso di una conversazione telefonica la volonta’ ”di intensificare gli sforzi al Consiglio Onu allo scopo di mettere a punto un piano di azione in grado di tutelare gli interessi dell’intera comunita’ internazionale”.
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