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Iraq: Onu, è caos se i militari distribuiscono gli aiuti

Il Pam, spetta alle Nazioni Unite, che hanno esperienza, distribuire cibo e aiuti ai civili iracheni. Non devono farlo i militari angloamericani

di Paul Ricard

Spetta alle Nazioni Unite, che hanno esperienza, distribuire cibo e aiuti ai civili iracheni. Non devono farlo i militari angloamericani perche’ non sanno controllare la situazione, scatta la legge del piu’ forte nella gente e si scatena il caos. E’ in sostanza quanto affermano i funzionari del Programma mondiale Alimentazione e dell’Unicef, da Amman, in Giordania. A difendere la competenza delle organizzazioni umanitarie nella distribuzione degli aiuti e’ Jaled Mansur, portavoce del Programma Alimentazione. ”Non si puo’ mettere un camion in strada e lasciare il compito della distribuzione ai soldati -dice- perche’ gli uomini piu’ giovani prendono quello che vogliono, mentre a chi ha piu’ necessita’ di aiuti non arriva nulla. E’ molto probabile che buona parte degli aiuti vada a finire sul mercato nero”. La strategia dei generali americani, secondo i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie, comprenderebbe anche la distribuzione degli aiuti per conquistare il ”cuore degli iracheni”. ”Ma la gente deve conoscere e rispettare chi offre aiuto -afferma il portavoce Unicef di Amman- e non possono essere i militari. L’esercito non ha esperienza in questo campo. Noi, invece, sono 20 anni che lavoriamo in Iraq”. Secondo l’Unicef, nella sola Bassora sono centomila i bambini in gran pericolo, perche’ solo la meta’ della popolazione di un milione e mezzo di abitanti ha accesso all’acqua potabile. Oggi e’ partito dal Kuwait un convoglio di varie decine di camion con taniche di acqua, ma questo intervento sarebbe solo ”una goccia d’acqua nel deserto”, secondo un rappresentante della Cooperazione Onu. ”Se non arriviamo in Iraq entro tre settimane -dicono dalla Cooperazione- sara’ una catastrofe”. (


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