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Iraq: Onu, approvata all’unanimità la risoluzione Iraq

Con un voto unanime, i membri del consiglio hanno approvato la quinta bozza della risoluzione 1546, una sintesi

di Paul Ricard

Con un voto unanime, i membri del consiglio hanno approvato la quinta bozza della risoluzione 1546, messa a punto da Usa e Gran Bretagna, che definisce il passaggio dei poteri in Iraq dal 30 giugno 2004 al gennaio 2006. Il ompromesso compromesso e’ stato raggiunto in tempo per il G8 in Georgia. La versione finale ribadisce che la forza multinazionale di 160 mila uomini (di cui 135.000 Usa) restera’ sotto il comando americano. Un paragrafo di nove righe ha permesso la risoluzione che prevede la cooperazione tra il governo iracheno e il comando anglo-americano, senza offrire un potere esplicito di veto a Baghdad sulle questioni militari. La risoluzione approvata alle 16:47 ora di New York (le 22:47 in Italia) nella sala del Consiglio di sicurezza non chiarisce cosa accadra’ nel caso, per esempio, di un’offensiva militare americana contro Falluja o Najaf sulla quale il nuovo esecutivo iracheno sia in disaccordo. Per iI presidente americano George W. Bush ”e’ un momento importante” che puo’ costituire ”un catalizzatore per il cambiamento” per l’intero Medio Oriente, ha detto Bush accogliendo gli ospiti del G8, senza mancare di sottolineare come ci fosse chi diceva ”che non ce l’avremmo mai fatta”. La Francia, ha detto il ministro degli Esteri Michel Barnier, non e’ pienamente soddisfatta, ma ha deciso per il voto a favore ”per trovare in modo costruttivo una via d’uscita politica da questa tragedia”. L’ambasciatore tedesco all’Onu, Gunter Pleuger, ha riconosciuto che Usa e Gran Bretagna hanno avuto ”grande flessibilita’ e accolto molte delle proposte che provenivano dall’approccio creativo e costruttivo di Francia e Germania”. Anche l’Algeria, unico membro arabo in consiglio, ha offerto il proprio appoggio, anche se avrebbe voluto un piu’ chiaro potere di veto iracheno sul piano militare. La forza multinazionale, secondo la risoluzione, se ne andra’ alla fine del processo politico che prendera’ il via il 30 giugno ora sotto l’egida dell’Onu e prevede l’elezione entro il 31 gennaio 2005 di un’Assemblea nazionale di transizione, che formera’ un governo a sua volta di transizione e redigera’ la Costituzione. Entro il 31 dicembre 2005 il primo governo eletto su base costituzionale prendera’ il potere e dal primo gennaio 2006 la forza multinazionale non sara’ piu’ legittimato a restare, se nel frattempo non avra’ gia’ ricevuto la richiesta di andarsene dal governo di Baghdad. Lo strumento-chiave e’ un nuovo organismo che nascera’ a Baghdad, il Comitato ministeriale per la sicurezza nazionale, dove lavoreranno insime i vertici del governo iracheno, delle forze armate dell’Iraq, dell’ intelligence di Baghdad e il comando anglo-americano.


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