Mondo

Iraq: Nunzio Bagdad, pace ancora lontana

Monsignor Fernando Filoni, Nunzio apostolico a Baghdad, non nasconde le difficolta' in cui continua a vivere la popolazione irachena ancora oggi

di Paolo Manzo

Le tragiche notizie da Baghad dimostrano che l’opera di pacificazione ”e’ ancora lontana”. Monsignor Fernando Filoni, Nunzio apostolico a Baghdad, non nasconde le difficolta’ in cui continua a vivere la popolazione irachena ancora oggi. E gli ultimi attentati, come dice, dimostrano che ”la pacificazione e’ difficile in questo momento. Il problema fondamentale ora – dice il Nunzio – sta nel restituire la forza a questa gente, non basta essere vigilanti”. Una situazione che continua a preoccupare anche il Papa che non si stanca di fare appelli affinche’ si possa arrivare alla pace. ”Sentiamo l’affetto e la vicinanza del Santo Padre – dice il Nunzio -. La sua sollecitudine ci sollecita e ci aiuta nel nostro lavoro quotidiano. La vicinanza del Pontefice e’ di sprone anche per questa gente che si sente meno abbandonata a se stessa”. ”Viviamo giorno per giorno le preoccupazioni e le difficolta’ della gente. Qui non c’e’ ancora lavoro, manca la luce. E tutto questo ci porta ad avere una sensibilita’ particolare”, dice monsignor Filoni che non ha mai abbandonato l’Iraq nemmeno davanti al pericolo estremo. Anche ora continua a stare vicino alla sua gente senza nascondere tutta la ”preoccupazione” per l’attentato alle Nazioni Unite colpite al cuore nella sede di Baghdad. ”Quando viene colpito un centro come l’Onu che svolge un’azione umanitaria – sottolinea – e’ evidente che la nostra preoccupazione aumenta, pensando alle maggiori difficolta’ che questa gente deve affrontare”. Proprio a questo proposito c’e’ gia’ chi lancia accuse agli americani, sostenendo che non sono stati in grado di difendere l’Onu. ”In queste situazioni si sollevano sempre polemiche ma occorre anche guardare alle attivita’ proficue che si stanno svolgendo – osserva monsignor Filoni -. Non posso non pensare all’opera meritoria che sta svolgendo l’ospedale della Cri per il governo italiano: ci sono stati oltre 20 mila interventi. La popolazione confida molto in queste opere e le apprezza”. Il nunzio papale dice questo per dimostrare che ”non bisogna guardare alla situazione irachena solo dal punto di vista dell’Italia. Sbagliate – afferma monsignor Filoni – le considerazioni secondo le quali l’Occidente e’ contro l’Iraq. Ragionamenti di questo tipo non solo sono sbagliati ma rischiano anche di togliere la terra sotto i piedi a questa gente che ha piu’ che mai bisogno di sicurezza”. La situazione non e’ affatto tranquilla, ma il Nunzio a Baghad non se la sente di appoggiare le opinioni di chi sostiene che i soldati italiani, a questo punto, dovrebbero tornare in patria. ”Dare una stabilita’ al Paese in questo momento e’ una priorita”’, sottolinea Filoni. ”Basti pensare alla realta’ quotidiana: quando non si e’ minacciati o assaltati personalmente con un kalashnikov, si e’ derubati in casa. Aggrediti persino su automobili vecchie di vent’anni”. Percio’ monsignor Filoni non si stanca di ripetere che ”la popolazione ha bisogno prima di tutto di sicurezza. Il che non vuol dire solo garantire il pane quotidiano ma dare la forza. Una forza che puo’ arrivare solo dalla gente locale che conosce la psicologia delle persone. Qui intorno si vede tanta polizia, ma non basta essere vigilanti, ne’ guardare solo alle grandi strutture. Serve una forza per garantire sicurezza agli iracheni”.


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