Cultura

Iraq: Nunzio apostolico, noi rimarremo

Mentre chiudono tutte le delegazioni diplomatiche, il Nunzio: ''Noi siamo qui e rimarremo anche in caso di guerra'

di Redazione

”Noi siamo qui e rimarremo anche in caso di guerra”: il nunzio apostolico a Bagdad, mons. Fernando Filoni, ha ribadito stamane telefonicamente all’Ansa che l’ambasciata della Santa Sede continuera’ il proprio lavoro anche sotto le bombe. ”Non abbiamo alternative, finche’ ci sara’ concesso rimarremo qui”, ha aggiunto. A Baghdad, ha riferito il diplomatico pontificio, la situazione continua a essere ”tranquilla”, nonostante scada oggi l’ultimatum di Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna. ”La vita, anche stamane – ha spiegato – e’ quella di tutti i giorni. Noi qui pero’ abbiamo poche notizie. Quello che sappiamo spesso ci arriva dall’estero”. ”L’atmosfera – ha detto ancora – e’ di grande preoccupazione e allo stesso tempo di fiducia. Fiducia – ha puntualizzato – che la crisi possa essere risolta pacificamente”. Nelle chiese della capitale irachena ieri e’ stata celebrata la messa come tutte le domeniche. I luoghi sacri erano gremiti di cristiani come al solito, ne piu’ ne meno che nel passato, ha osservato il nunzio. Nelle prime ore del pomeriggio, per ragioni di fuso orario, e’ arrivata in Iraq la notizia del nuovo appello per la pace del Papa che ovviamente ha rincuorato un poco la comunita’ dei cattolici caldei, 6-700 mila persone in tutto il Paese. Mons. Filoni ha riferito che, dopo la visita del card. Roger Etchegaray e il suo incontro con Saddam Hussein lo scorso 15 febbraio, non ci sono stati altri passi o contatti diplomatici tra Santa Sede e regime iracheno. ”Finora – ha aggiunto – nessuno ci ha comunicato particolari disposizioni anche in caso di conflitto”. Alla nunziatura, oltre a mons. Filoni, lavorano un segretario e un gruppetto di suore.


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