Volontariato

Iraq: Msf, non c’è una catastrofe umanitaria

Morten Rostrup, presidente di Msf, spiega quali sono le sfide per l'Iraq secondo la sua organizzazione

di Carlotta Jesi

Vuoto di potere, di organizzazione e di leadership. Sono questi, secondo Morten Rostrup, presidente internazionale di Medici Senza Frontiere da poco rientrato in Europa da Baghdad, i principali fattori di preoccupazione per l’Iraq. Fattori con un pesante impatto sul settore sanitario, spiega il medico si Msf: «Ci aspettavamo che a Baghdad, dopo due settimane di occupazione americana, avremmo visto la fine di questo caos amministrativo che causa gravi problemi negli ospedali della capitale». Pur ritenendo la situazione grave, Msf si chiede se davvero si possa parlare di una catastrofe umanitaria nel Paese. «Mi sembra una provocazione che l’attenzione del mondo si sia concentrata sull’Iraq quando, in questo momento, stiamo combattendo la malnutrizione in Africa».


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