Mondo

Iraq: l’Onu evacua e le ong si sentono più deboli

«In questo momento, a Bagdad nessuno si sente sicuro». La denuncia delle ong

di Carlotta Jesi

Aumenta la paura e l’insicurezza tra le ong di stanza a Bagdad. Dopo che le Nazioni Unite, il 25 settembre, hanno annunciato l’intenzione di ritirare nuovi uomini dall’Iraq, la società cvile internazionale impegnata nel Paese si sente sempre più inscura e indifesa.

«Personalmente, sono pronta ad evacuare», ha dichiarato all’Agence France Presse Paula Dominguez, dell’organizzazione non profit Movement for Peace, Disarmament and Liberty (MPDL), «l’attentato contro la sede delle Nazioni Unite ha paralizzato il nostro lavoro sia psicologicamente che praticamente. Lo scoraggiamento dell’Onu si è ripercosso su tutte le ong».

L’MPDL non è l’unica ong pronta a lasciare il Paese come hanno già fatto grandi sigle, da Christian Aid, a Oxfam a Care. I medici della francese Handicap International evacueranno a giorni, Enfants du Monde è pronta a fare lo stesso e molte altre ong stanno valutando di abbandonare l’Iraq per non mettere a repentaglio la vita del loro personale.

A chiarire il morale delle ong di stanza nel Golfo, basta questa dichiarazione che Amnesty International ha rilasciato alla France Presse: «In questo momento, nessuno può sentirsi al sicuro in Iraq».

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