Mondo

Iraq: l’Onu blocca 58 contratti “oil for food”

I contratti, sospesi dal Comitato 661 su richiesta americana e britannica, riguardavano soprattutto il settore farmaceutico e medico

di Gabriella Meroni

Il Comitato Onu per il controllo dell’embargo contro l’Iraq ha sospeso 58 contratti conclusi fra il governo di Baghdad e fornitori stranieri (anche italiani) nell’ambito dell’accordo ”petrolio in cambio di cibo”. Lo afferma oggi l’agenzia stampa ufficiale irachena Ina.
I contratti, sospesi dal Comitato 661 su richiesta americana e britannica, riguardavano il settore farmaceutico, medico, delle forniture elettriche, le macchine utensili, gli equipaggiamenti da laboratorio, le pompe e le locomotive. Avevano un valore di oltre tre miliardi di dollari ed erano stati stipulati con diversi fornitori in Germania, Danimarca, Italia, Russia, Spagna, Austria, Belgio, Svizzera, Turchia, Cina, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania.
La sospensione risale al settimo e ottavo programma ‘petrolio in cambio di cibo’, giunto ormai alla nona tappa.

In base alla formula ‘petrolio in cambio di cibo’, l’Iraq e’ autorizzato a vendere ogni sei mesi l’equivalente di 5,26 miliardi di dollari di petrolio. Il 65 per cento della somma viene spesa per l’acquisto di cibo, medicine e altri beni essenziali. Washington e Londra hanno piu’ volte premuto per bloccare la vendita di beni civili che potrebbero essere usati in campo militare.

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