Volontariato

Iraq, l’oggi è peggio dei tempi di Saddam

E' quanto emerge da un rapporto presentato oggi dall'ong Oxfam e di un network di enti che operano nel paese. Un terzo della popolazione senza le basi per una vita dignitosa

di Daniele Biella

Iraq, violenza genera violenza. Se ogni giorno su tutte le pagine dei giornali appaiono cruenti notizie su autobomba, kamikaze e conflitti a fuoco che provocano decine di morti e feriti, c’è un’altro tipo di violenza, tanto silenziosa quanto distruttiva, che sta sconvolgendo il paese asiatico: otto milioni di iracheni, ovvero uno su tre, soffre una crisi umanitaria senza precedenti, in una situazione generale molto peggiore di quella che c’era durante il regime di Saddam Hussein.

A dirlo è un rapporto presentato oggi dalla ong internazionale Oxfam e dal Ncci, un network di organizzazioni umanitarie irachene. “La crescita della sfida umanitaria in Iraq”, questo il titolo del rapporto, dalle cui pagine emergono cifre da pelle d’oca: 4 milioni di persone (il 15% della popolazione) non riesce a comprare regolarmente il minimo necessario di cibo; il 70% degli iracheni, 20% in più del 2003 (prima delllo scoppio della guerra), non ha accesso ad adeguate riserve d’acqua; il 28% dei bambini (era il 19% 4 anni fa) è malnutrito; il 92% ha problemi nell’apprendimento; 2 milioni di persone sono rifugiati interni, altri 2 milioni sono fuggiti in Siria e Giordania.

Il rapporto, oltre all’analisi della situazione attuale, indica le linee guida per cercare di uscire dalla spirale di violenza e povertà. “La crisi umanitaria è mascherata dalla terribile ondata di violenza in corso”, dice a porposito Jeremy Hobbs, “sebbene il problema della sicurezza sia in cima alla lista, il governo iracheno, Le Nazioni Unite e altri influenti governi internazionali devono fare di più per garantire alla popolazione il giusto accesso all’acqua, al cibo, alle cure sanitarie e all’alloggio”.

La ricerca di Oxfam e Ncci si può consultare sul sito internet dell’ong, ed è disponibile, oltre che in inlgese, anche in lingua spagnola e in arabo.


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