Cultura
Iraq: liberato senza riscatto il vescovo cattolico
Intervistato da Radio Vaticana rispetto al voto del 30 gennaio, il vescovo ritiene che questo non sia ''il momento adatto: prima di tutto, abbiamo bisogno di sicurezza e di riconciliazione''.
di Paul Ricard
”Sono felice di essere tornato al vescovato” e ”posso dire di non essere stato maltrattato”; ”penso che il mio sequestro sia una coincidenza” e ”non mi e’ sembrato che volessero colpire la Chiesa in quanto tale”. E’ quanto ha detto mons. Basile Geoges Casmoussa, il vescovo liberato in Iraq, a Radio Vaticana. ”Sono felice di essere tornato al vescovato, dove c’erano molti amici e fedeli ad aspettarmi. Ringrazio Dio per questa esperienza. Complessivamente – ha aggiunto il vescovo – posso dire di non essere stato maltrattato: i rapitori con me sono stati molto gentili”. ”Non appena hanno saputo che ero un vescovo – ha detto – il loro atteggiamento e’ cambiato e sono stato liberato a mezzogiorno, anche prima dell’ora fissata, senza riscatto. Con loro sono stato molto diretto, ho risposto alle loro domande in maniera ponderata. E loro si sono comportati bene. Stamattina sono venuti a dirmi che anche il Papa aveva richiesto la mia liberazione. Ed io ho risposto: ‘Grazie a Dio! Tutto e’ andato bene”. ”Penso che il mio sequestro sia una coincidenza. In questo periodo, i rapimenti da queste parti sono stati numerosi. Ma questa e’ solo la mia opinione personale. In base alle conversazioni che ho avuto con loro, non mi e’ sembrato che volessero colpire la Chiesa in quanto tale”, ha aggiunto. Rispetto al voto del 30 gennaio, il vescovo ritiene che questo non sia ”il momento adatto: prima di tutto, abbiamo bisogno di sicurezza e di riconciliazione”.
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