Formazione

Iraq, l’esodo più grande dal 1948

Missione dell'alto commissario per i rifugiati Guterres in Medio Oriente

di Redazione

Ha inizio oggi la missione di una settimana dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres in Arabia Saudita, Kuwait, Giordania e Siria. Obiettivi della missione sono quelli di rafforzare la cooperazione fra l l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e le organizzazioni partner nei quattro paesi e di valutare i programmi dell’Agenzia in favore delle centinaia di migliaia di sfollati iracheni nella regione.

L’UNHCR ha recentemente lanciato un appello per 60 milioni di dollari per finanziare le attività dell’Agenzia a beneficio degli sfollati iracheni all’interno dell’Iraq, dei rifugiati non iracheni in Iraq e dei rifugiati iracheni e non che si trovano in Giordania, Siria, Libano, Egitto, Turchia ed Iran.

Il primo paese che l’Alto Commissario visiterà è l’Arabia Saudita: le giornate di sabato, domenica e una parte del lunedì saranno dedicate agli incontri con i massimi funzionari governativi sauditi. Lunedì Guterres si recherà in Kuwait per una visita di due giorni. In entrambi i paesi l’Alto Commissario discuterà con alti funzionari governativi degli sforzi che l’UNHCR sta compiendo in favore dei rifugiati e degli sfollati interni e valuterà le modalità per accrescere la cooperazione fra l’Agenzia e le istituzioni nazionali. L’Alto Commissario è particolarmente interessato a discutere di un maggior coinvolgimento degli stati membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo nelle attività dell’UNHCR. È previsto anche l’intervento ad una conferenza presso l’Università Araba di Naif. Si tratta della prima visita di Guterres nella regione del Golfo da quando ha assunto la carica di Alto Commissario nel giugno 2005.

Circa 5 milioni di rifugiati di cui si occupa l’UNHCR provengono da stati membri od osservatori dell’Organizzazione della Conferenza Islamica. La maggior parte di essi viene assistita dall’Agenzia all’interno di paesi membri dell’organizzazione.

Martedì sera Guterres raggiungerà la capitale giordana Amman, mentre per mercoledì è in programma una serie di incontri con i massimi funzionari governativi e con i rappresentanti di altre agenzie delle Nazioni Unite e della comunità diplomatica. Incontrerà inoltre i rifugiati iracheni che sono fuggiti dal loro paese d’origine. Mercoledì sera si recherà in Siria, dove, nelle giornate di giovedì e venerdì, incontrerà diversi esponenti del governo, membri del team delle Nazioni Unite, diplomatici e rappresentanti delle organizzazioni non governative partner. Anche in Siria visiterà i rifugiati iracheni e passerà in rassegna i progetti umanitari e i programmi dell’UNHCR e delle organizzazioni partner.

Giordania e Siria ospitano complessivamente oltre 1,2 milioni di iracheni. L’Alto Commissario intende osservare in prima persona gli sforzi che l’UNHCR sta compiendo per sostenere entrambi i governi a far fronte alla situazione dei rifugiati iracheni. Intende inoltre esprimere gratitudine per la generosità che i governi continuano a dimostrare nei confronti degli iracheni e favorire una maggiore condivisione degli oneri a livello internazionale, affinché siano garantite protezione ed assistenza agli iracheni che ne hanno bisogno. Guterres inoltre assisterà ai lavori di preparazione di una conferenza internazionale sulla questione dei rifugiati e degli sfollati iracheni promossa dall’UNHCR, che si terrà a metà aprile a Ginevra.

L’Alto Commissario è estremamente preoccupato per la situazione di persistente violenza in Iraq, che continua a provocare spostamenti forzati di popolazione e per le conseguenze che questo fenomeno sta dispiegando sull’intera regione. In base alle stime dell’UNHCR e di organizzazioni partner, su una popolazione di circa 26 milioni di persone, circa 1,8 milioni di persone sono attualmente sfollate all’interno del paese, mentre fino a 2 milioni sono fuggite fuori dei confini dell’Iraq e si trovano attualmente nei paesi della regione o in paesi più lontani. Mentre prima del 2003 molti iracheni lasciavano il paese, oggi un numero crescente di essi cerca riparo in aree interne del paese. Si stima che nel corso dell’ultimo anno 640mila iracheni si siano spostati all’interno dell’Iraq, soprattutto in seguito ai bombardamenti di Samara del febbraio 2006. Si calcola che ogni mese fino a 50mila persone continuano a lasciare la propria area d’origine.

Le stime indicano che in Siria si trovano fra 500mila e 1 milione di rifugiati iracheni, in Giordania fino a 700mila (inclusi i circa 250mila giunti prima del 2003, molti dei quali godono di residenza permanente), in Egitto fra 20mila e 80mila e in Libano fino a 40mila. La Turchia ne accoglie alcune migliaia. Alcuni iracheni che si trovano nei paesi vicini hanno lasciato l’Iraq prima del 2003, ma attualmente decine di migliaia di iracheni lasciano il paese ogni mese, diretti principalmente in Siria e Giordania. Si tratta del più massiccio spostamento di popolazione in Medio Oriente dall’esodo dei palestinesi che fece seguito alla creazione dello Stato di Israele nel 1948.

Con i 60 milioni richiesti attraverso il recente appello, l’UNHCR potrà fornire assistenza mirata a circa 250mila sfollati interni iracheni particolarmente vulnerabili e a 200mila iracheni vulnerabili nei paesi circostanti * in particolare Giordania e Siria. Finora, l’appello lanciato l’8 gennaio scorso ha permesso di raccogliere 8 milioni di dollari, di cui 6 milioni provengono dal Fondo centrale per le emergenze e 2,1 milioni dalla Svezia.

Se dal 2003 oltre 300mila iracheni erano rientrati in Iraq da vari paesi della regione, recentemente si è assistito ad una drammatica inversione di tendenza: dai 200mila rifugiati rientrati in Iraq nel solo 2004 si è passati ai meno di 500 del 2006. L’incessante violenza in Iraq provocherà verosimilmente ulteriori esodi forzati all’interno e all’esterno del paese, con rilevanti conseguenze sull’intera regione.


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