Mondo

Iraq: le prove di Powell

I passaggi più significativi dell'intervento del Segretario di stato di fronte all'Onu: "Saddam vicino alla bomba atomica"

di Stefano Arduini

L’Iraq ha fatto uno ”sforzo attivo e sistematico per mantenere persone e materiali di importanza cruciale fuori dalla vista degli ispettori”. Lo ha denunciato Colin Powell nella sua relazione al Consiglio di sicurezza, precisando che Baghdad ”non solo e’ stata riluttante a collaborare, ma ha attuato una campagna deliberata per prevenire ispezioni significative”.

Alla fine dello scorso mese di luglio gli iracheni hanno raso al suolo gli edifici del sito di al Musayyb, un sito associato con la produzione di armi chimiche e biologiche.

Dallo stesso sito gli iracheni hanno portato via ”grandi quantita”’ di terreno, per sgomberare il campo da qualsiasi traccia dell’attivita’ che vi veniva condotta. Colin Powell ha mostrato anche prove fotografie satellitari, da cui e’ evidente la presenza di almeno tre camion adibiti al trasporto di materiale e di uno per la decontaminazione del sito.

Queste prove, e questo viene ritenuto molto importante, ”sono corroborate” dalla versione di una fonte irachena.

Gli Stati Uniti inoltre sanno che l’Iraq possiede ”almeno 18 veicoli” per la produzione di armi biologiche. Secondo le testimonianza di ingegneri iracheni dissidenti l’Iraq continua a produrre agenti come l’antrace, la ricina e il botulino. E continua a condurre ricerche su ”decine di altri agenti patogeni”.

Powell ha spiegato che i convogli -ne esistono almeno sette, ognuno dei quali composto da due o tre vagoni- possono essere tenuti nascosti agli ispettori facilmente, facendoli muovere lungo le migliaia di chilometri delle strade irachene o tenendoli parcheggiati in luoghi nascosti. Questi laboratori e fabbriche mobili, in grado di spostarsi su strada o su rotaia, ”sono in grado di produrre le stesse quantita’ di armi biologiche” messe a punto prima del 1998.

Powell ha aggiunto che “l’Iraq possiede due dei tre elementi per costruire la bomba atomica”.

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