Non profit

Iraq: la Uil 15 non sarà in piazza

Il sindacato conferma la sua scelta filoatlantica anche nel giorno più nero dell'atlantismo

di Maramao

La Uil non aderirà alla manifestazione per la pace del 15 febbraio. Lo annuncia una nota ufficiale del sindacato oggi guidato da Luigi Angeletti (e ieri da Giorgio Benvenuto e Pietro La rizza) in cui si sostiene che l’iniziativa appare ?equivoca nelle posizioni politiche espresse da molti dei suoi organizzatori?. La Uil, che sta per Unione italiana lavoratori, sostiene una tesi singolare e cioè che è solo l’Onu ad avere ?l’autorità per decidere come assicurare la realizzazione delle sue risoluzioni? e che ?prenderà atto delle sue decisioni, qualunque esse siano?. E quali potrebbero essere queste decisioni? Mah, dipende. Una seconda risoluzione, che chiede più tempo per il lavoro degli ispettori, oppure il via libera del Palazzo di Vetro alla guerra. Pare di capire che, nel primo caso, la Uil sarebbe tiepida, nel secondo entusiasta. Una indimenticata rubrica del mai troppo compianto settimanale satirico Cuore avrebbe incastonato il tutto sotto la geniale rubrica ?Echisenefrega?, ma resta il punto. In tempi così difficili, per la pace mondiale come per l’unità sindacale, la Uil decide di rompere con Cgil e Cisl, le quali ? pur con legittima diversità di accenti ? hanno deciso di aderire e di ?esserci?, in piazza, il 15. Non rompe, invece, e qui aiuta la storia contemporanea, quando non è pura “damnatio memoriae”, con la sua stessa storia, filoatlantica fino ai limiti del grottesco. Solo che, la storia, la prima volta si presenta sotto forma di tragedia, la seconda sotto quella di farsa. Angeletti compresi.


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