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Iraq: la guerra comincia sul web. Ordine di Bush

Gli Stati Uniti hanno esteso al ciberspazio la strategia dell'attacco preventivo

di Paul Ricard

Gli Stati Uniti hanno esteso al ciberspazio la strategia dell’attacco preventivo. Il presidente George Bush ha firmato un ordine segreto che autorizza il Pentagono a stabilire le procedure per lanciare un attacco cibernetico contro le reti informatiche dell’Iraq o di altri Paesi nemici. Finora gli Stati Uniti avevano giocato soprattutto in difesa sul fronte degli attacchi lanciati attraverso la tastiera di un computer. La massiccia rete informatica americana, militare e civile, e’ stata bersaglio di numerose incursioni di hackers privati o membri di gruppi ostili agli Stati Uniti. Bush ha deciso di ribaltare la situazione. Il Pentagono sta addestrando un corpo speciale di ciber-guerrieri incaricati di lanciare attacchi contro il nemico, in caso di necessita’, usando come arma i computer. L’invasione elettronica, che dovrebbe precedere i ben piu’ rischiosi attacchi sul terreno, avra’ l’obiettivo di interferire con gli apparati radar, i sistemi elettronici, i servizi telefonici delle forze nemiche, rivela oggi il quotidiano ‘Washington Post’. Gli Stati Uniti non hanno finora mai condotto attacchi cibernetici su ampia scala contro obiettivi nemici. La potenza dell’arsenale informatico del Pentagono e’ tra i segreti piu’ protetti nelle forze armate Usa. L’ordine segreto firmato da Bush incarica i vertici militari di mettere a punto le strategie e le regole per un attacco preventivo via computer. Lo Zar della Ciberguerra sara’ il generale James David Bryan responsabile della Joint Task Force delle Computer Network Operations del Pentagono. Spettera’ al generale sperimentare l’efficacia di questo tipo di attacchi cercando di integrare questo tipo di operazioni con il resto dell’arsenale militare del Pentagono. Il suo dipartimento avra’ il compito di selezionare e addestrare una nuova generazione di ciber-soldati. Un primo documento di 50 pagine che sta circolando al Pentagono suggerisce di applicare alla guerra cibernetica gli stessi principi applicati all’uso di armi piu’ ‘primitive’ come le bombe e i missili. La intensita’ degli attacchi, ad esempio, deve essere proporzionale alla minaccia e particolare attenzione deve essere prestata al problema degli ‘effetti collaterali’, cercando di ridurre al minimo i danni per i civili. L’attacco cibernetico ad una rete elettrica nemica puo’ averel’effetto indesiderato di bloccare l’attivita’ di ospedali o altri organismi di emergenza. Nel nuovo campo di battaglia della guerra dei computer esistono anche le armi di sterminio: i virus informatici che si moltiplicano in modo indiscriminato possono sfuggire di mano a chi li usa creando conseguenze imprevedibili per le stesse reti elettroniche americane. L’efficacia degli attacchi cibernetici dipende sempre comunque dalla possibilita’ di penetrare le difese elettroniche del nemico conquistando l’accesso alle reti degli avversari. La conferma della pericolosita’ rappresentata dall’uso ostile della tecnologia cibernetica e’ giunta dalla scoperta tra i gruppi di discussione di ‘Yahoo!’ di un sito, i Crociati, dove sono raccolte numerose informazioni riservate sulle basi americane all’estero. Il sito presenta dettagliate informazioni sui meccanismi di sicurezza delle basi americane in Arabia Saudita, in Oman, negli Emirati Arabi Uniti e nel Qatar. Il sito dei Crociati contiene soprattutto discussioni in arabo. ”L’unico scopo di un sito del genere e’ aiutare la attivita’ dei terroristi – ha osservato l’ex-funzionario della Cia Robert Baer – Se volessi organizzare un attentato contro obiettivi americani questo sarebbe il primo sito da consultare”.


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