Mondo

Iraq Journal, “Qui sparano in ogni momento”

La testimoniaza di Giorgio Tarditi, capomissione di Coopi. Si trova a Bagdad dal giorno di Pasqua "ma chissà quando tornerò in Italia"

di Redazione

“Il problema maggiore è la sicurezza, qui lo scoppio dei propettili è una colonna sonora che non ti abbandona mai, sparano in ogni momento per qualsiasi ragione: dalla rapina ai festeggiamenti per l’arrivo della lube. Nessuno è in grado di assicurare l’incolumità dopo le 8 di sera anche se in teoria il coprifuoco scatterebbe solo alle 11, l’elettricità va a intermittenza e in alcune zone della città è disponibile solo tre ore al giorno. Per il resto la vita a Bagdad prosegue in apparenza normale, le strade sono trafficate e la gente va al lavoro”. Questa la fotografia di Giorgio Tarditi, insieme a Mario Bofondi e Vranko Dubajic si trova nella capitale irachena per conto del Coopi. “Abbiamo tre missioni da portare a termine”, spiega Tarditi, “ristabilire la funzionalità di 15 ambulatori in modo da non congestionare gli ospedali anche per interventi di base come la cura della diarrea; la purificazione delle acque inquinate, che purtroppo al momento veicolano gran parte delle patologie per vie orofecale; e infine un progetto di pacificazione sociale in collaborazione con un associazione locale l’Iraq Al Amal (la speranza). Tarditi, oltre alle difficoltà oggettive non nasconde che l’esistenza di tre coordinamente umanitari differenti (“quello delle forze di occupazione che hanno i soldi, quello delle ong con poche risorse, e quello della nazioni unite, l’ultimo arrivato”) crea dei problemi oggettivi e indebolisce l’efficacia dell’azione umanitaria. Da oggi la voce di Tarditi si aggiuge a quella degli altri cooperanti-giornalisti dell’Iraq Journal Info sulla missione del Coopi: www.coopi.org


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