Volontariato

Iraq Journal, nell’ospedale dove manca tutto

"Non c'è nemmeno l'acqua corrente". Siamo nella zona di Bassora dove i cooperanti del Cesvi stanno assitendo un ospedale, punto di riferimento per 42mila persone

di Redazione

Il primo carico di medicinali e attrezzature che Cooperazione italiana ha affidato al team del Cesvi, con destinazione Ospedale di Qala Saleh Hospital è già arrivato. Qui manca tutto, anche l?acqua corrente. L?ospedale è affollato di gente, ma vuoto di attrezzature e di suppellettili. Il Qala Saleh Hospital ci chiede aiuto. La salute e la cura di circa 42.000 persone dipende da questa struttura. Si trova nella città di Al Qala Saleh, a circa 130 Km a nord di Bassora in un?area rurale molto povera. E? una zona di contadini che non hanno combattuto per Saddam Hussein. Sono sciiti e hanno subito la repressione del regime. Le condizioni dell?ospedale, già precarie durante il regime di Saddam Hussein, sono drasticamente peggiorate dopo l?intervento delle forze di coalizione anglo-americane, soprattutto a causa di atti di saccheggio da parte della popolazione, che ha svuotato letteralmente l?edificio. Le gravi azioni di vandalismo che si sono verificate in tutto il Paese dopo la fuga di Saddam Hussein e dei suoi principali sostenitori sono state peggiori nelle aree in cui le forze di coalizione non erano presenti. Numerosi sono stati i casi di furti, distruzioni, regolamenti di conti tra famiglie e clan locali. Al Qala Saleh Hospital tutto ciò che poteva essere riutilizzato o venduto è stato rubato: non solo attrezzature mediche e di laboratorio, ma anche materassi, cuscini coperte, tavoli e sedie, armadi, letti. Il risultato è ospedale e consultorio sono praticamente vuoti. Le poche cose lasciate sono in condizioni spaventose. Altrettanto pessimo è lo stato delle infrastrutture e degli impianti. Immaginatevi un ospedale senza acqua corrente: i bagni sono inutilizzabili, la sporcizia si accumula giorno dopo giorno, e il rischio di infezioni o malattie legate a tale degrado è allarmante. La struttura dell?ospedale si compone di 3 stanze di degenza (una per gli uomini, una per le donne e una per i bambini) e di un pronto soccorso con altre due stanze. Vi è un ambulatorio ginecologico, una farmacia interna e una stanza che al momento non è utilizzata. Nel vicino consultorio che dovrebbe fornire servizi sanitari soprattutto a mamma e bambini, vi sono stanze per visite ed esami di laboratorio, un ambulatorio di odontoiatria, uno per le vaccinazioni e una radiologia. Potenzialmente è un ospedale da 50 posti letto e 100 pazienti giornalieri, ma oggi è in grado di accoglierne 30 al massimo. Tutta la struttura necessita di interventi di riabilitazione (intonaco, tinteggiatura, manutenzione porte e finestre,impianti elettrici etc) oltre che di attrezzature sanitarie. Abbiamo incontrato più volte i 9 medici e le 7 infermiere dell?ospedale che ci hanno trasmesso sentimenti di scoraggiamento e di frustrazione. Il livello di specializzazione professionale è buono e notevole è il loro impegno, ma si trovano ad affrontare continue emergenze sanitarie senza mezzi e senza medicinali. E per di più, lavorano senza ricevere alcun salario da un paio di mesi. Grazie al primo carico umanitario di Cesvi e Cooperazione italiana, hanno ripreso fiducia nel futuro. Il 12 maggio scorso sono stati consegnati medicinali per le malattie più comuni e biscotti vitaminici per bambini, 2 generatori elettrici, cisterne per la raccolta dell?acqua e pompe per incanalarla. Il personale dell?ospedale cerca di rispondere ai bisogni della comunità con i pochi mezzi a disposizione. Bisogni e patologie dovute alla mancanza di acqua potabile, alla malnutrizione dei bambini e non da ultimo, anche se fortunatamente non in numero elevato, a causa degli incidenti provocati da mine o proiettili inesplosi. ?In aprile, sulla strada che corre lungo il confine ?racconta Giorgio Trombatore dalla sede Cesvi di Bassora- ho incontrato un ragazzo iracheno di circa di 19 anni, che mi ha chiesto aiuto. All?inizio non capivo, poi mi sono accorto che stava perdendo molto sangue ed era senza una gamba, probabilmente a causa di un incidente provocato da una bomba inesplosa o da una mina. Veniva da Bassora e voleva raggiungere l?ospedale.? In questi giorni Giorgio Trombatore, che ha effettuato le prime missioni in Iraq all?inizio di aprile, sta visitando anche molte scuole e molti centri di salute nell?area di Bassora, per rilevarne i bisogni di riabilitazione strutturale. ?Non si tratta solo di bisogni materiali ?continua Giorgio- ma anche di bisogni psicologici e sociali. Molti bambini sono traumatizzati dalla guerra e spesso reagiscono con aggressività. In questo campo il Cesvi sfrutterà l?esperienza maturata in Palestina con analoghi progetti di supporto psicosociale all?infanzia?. Per sostenere l?impegno di Cesvi in Iraq: donazioni con carta di credito al numero verde 800.036.036, c/c postale 324244 (causale ?Cesvi in Iraq per la gente?), donazioni on line alla pagina: www.cesvi.org/donazionionline


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