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Iraq: Jill Carroll libera, “Sto bene”

"Sono stata trattata bene, ma non so perchè mi abbiano sequestrato". Sono le prime dichiarazioni - rilasciate alla televisione di Baghdad - di Jill Carroll, liberata oggi dopo quasi tre mesi di sequ

di Paul Ricard

“Sono stata trattata bene, ma non so perchè mi abbiano sequestrato”. Sono le prime dichiarazioni – rilasciate alla televisione di Baghdad – di Jill Carroll, liberata oggi dopo quasi tre mesi di sequestro in Iraq. La freelance, inviata del Christian Science Monitor (Csm, un quotidiano di Boston), era stata sequestrata il 7 gennaio a Baghdad, nel quartiere occidentale di Adil: stava andando ad intervistare il politico arabo sunnita Adnan al-Dulaimi. Il suo interprete, il 32enne Allan Enwiyah, era stato ucciso nel raid vicino all’ufficio di al Dulaimi. “Ovviamente, voglio stare con la mia famiglia”, ha affermato secondo la traduzione simultanea araba la Carroll, con un velo islamico verde chiaro e un vestito arabo grigio. Ha guardato tv e letto giornali soltanto una volta Baghdad, 30 mar. (Ap) – Secondo la traduzione araba delle sue dichiarazioni, Carroll ha affermato di aver potuto guardare la televisione soltanto una volta: troppo poco per farsi un’idea sulle notizie su di lei. Stesse condizioni per la lettura dei quotidiani. L’inviata di Csm ha aggiunto di non aver sentito nulla su chi potessero essere i suoi sequestratori. I rapitori “mi hanno autorizzato una sola volta a leggere un giornale e una sola volta a vedere la televisione, ma questo non era sufficiente per avere un’idea di che cosa succedesse nel mondo”, ha raccontato, “Ero autorizzata a muovermi soltanto tra la camera e il bagno. Tutto ciò che posso dire ora è che sono felice di essere libera. Sono felice di essere libera”. Carroll ha detto che era rinchiusa in una stanza con una finestra e una doccia, ma di ignorare dove si trovasse. Quando le sono stati chiesti particolari sul rilascio, ha risposto: “Sono soltanto venuti da me e mi hanno detto che stavamo andando. Non mi hanno detto quello che stava accadendo”. Carroll è stata abbandonata in una strada vicino agli uffici del Partito islamico iracheno, nel quartiere Amiriya a Baghdad. E’ entrata dentro e le persone all’interno hanno contattato le autorità statunitensi. “Non mi hanno mai colpito, non hanno mai detto che lo avrebbero fatto”, ha ricordato in merito alla sua prigionia. La giornalista ha parlato proprio dalla sede del Partito islamico iracheno, che ne ha annunciato il rilascio. Il leader Tariq al Hashimi le ha regalato al termine della breve intervista lo stemmma della formazione politica e le ha chiesto “di non dimenticare il popolo iracheno”, oltre ad affermare che la sua liberazione è “l”espressione di quello che è il vero islam”.


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