Mondo

Iraq: Italia, conquistati un posto al sole!

Il prof. Enrico Jacchia, già responsabile del controllo sicurezza Ue, invita a spostare gli Alpini dall'Afghanistan all'Iraq del dopo Saddam. E svela il pensiero forte che anima i bushiani di casa n

di Giampaolo Cerri

Gli Alpini non sono ancora arrivati in Afghanistan che già si pianifica di spostarli in Iraq. A testimoniare l’ubriacatura da guerra preventiva che sta pervadendo alcuni circoli militari, strategici e politici, arrivano infatti le dichiarazionei del professor Enrico Jacchia, gia’ responsabile del controllo di sicurezza della Ue, che dagli Stati Uniti invita infatti a negoziare una partecipazione di truppe italiane ”per il mantenimento dell’ ordine nel post-Saddam”. ”A cosa servono – rileva Jacchia – i 150 mila uomini che l’America sta concentrando ai confini con l’Iraq? Non all’occupazione di Baghdad, chiarisce in America chi e’ pi? attento alle cose. Le truppe saranno indispensabili al controllo del territorio e al mantenimento dell’ordine durante la ricostruzione che seguira’ l’eliminazione del dittatore e dei suoi consiglieri. Al controllo del territorio parteciperanno, si e’ convinti negli USA, gli inglesi, i russi ed i francesi. Si’ – precisa Jacchia – anche i francesi che, dopo il gioco dei no, diranno di dover partecipare all’operazione per garantire la presenza dell’Europa, facendo, si capisce, il loro interesse nazionale”. ”E noi? E’ realistico prevedere – prosegue Jacchia – che, sia nel caso che Saddam se ne vada sia che venga deposto, l’occupazione del territorio ci sara’. Abbiamo delle magnifiche truppe che hanno dato prova di se’ nei Balcani e svolgerebbero un analogo prezioso ruolo in Iraq. Se invece di lasciarle a far la guerra nelle montagne afgane – conclude Jacchia – negoziassimo, senza indugio perche’ il tempo stringe, la loro partecipazione a fianco degli alleati per il mantenimento dell’ordine nel post Saddam, ci guadagneremmo un posto al sole. Anzi, al petrolio”. Al professor Jacchia, la palma della franchezza. Meglio lui, di tanti guerrafondai paludati.


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