Mondo

Iraq: in questi giorni la nuova risoluzione Onu

La sintesi delle posizioni dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

di Paolo Manzo

Gli Stati Uniti presenteranno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la loro nuova proposta di risoluzione sull’Iraq ai primi di questa settimana. Il segretario di Stato americano, Colin Powell, non ha aggiunto altro circa i tempi dell’inizio della discussione formale (in realta’ e’ piu’ di un mese che i vertici diplomatici dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di discutono intensamente di questa bozza).

Venerdi’ la Francia aveva chiesto piu’ tempo per considerare il compromesso offerto fra Stati Uniti e Gran Bretagna, facendo cosi’ slittare la discussione che era prevista per quel giorno.

La nuova risoluzione, ha sottolineato Colin Powell, prospetta ”un nuovo regime di ispezioni rigorose”, e ”conseguenze” in caso di inadempienza da parte dell’Iraq. Conseguenze, tuttavia, che ”devono ancora essere definite”.

Il Segretario di Stato si e’ detto certo che questo nuovo testo ricevera’ ”un ampio sostegno nel Consiglio”. ”Il mondo avra’ una tolleranza zero se Baghdad non vorra’ cooperare neanche questa volta” -ha assicurato il Consigliere per la sicurezza nazionale, Condoleeza Rice, in una intervista ieri al programma della CNN, ”Late Edition”.

Fra un ‘no’ di Baghdad agli ispettori e il loro ritiro, hanno lasciato intendere sia Powell che Rice, passeranno solo alcune ore. Gli Stati Uniti hanno fretta. Perche’ la ”finestra” per l’intervento militare nel Golfo in condizioni ottimali rimane aperta solo da dicembre a febbraio.

I termini della discussione, ancora informale, fra i cinque, si sono spostati dall’articolo dieci del testo, in cui si affrontano le conseguenze in cado di inadempienza, alle modalita’ delle ispezioni.

Gli Stati Uniti insistono perche’ gli ispettori della missioneUnmovic siano accompagnati da rappresentanti dei governi e militari di scorta dei cinque Paesi permanenti del Consiglio di sicurezza, secondo quanto rende noto oggi il New York Times.

Washington intende forzare i modi, e quindi i tempi, delle ispezioni, e di una eventuale mancata cooperazione di Bagdad, per poter lanciare un intervento nei mesi considerati ideali daipianificatori militari.

Una volta che la risoluzione verra’ approvata, un primo gruppo di ispettori di 80-100 persone potra’ fareritorno in Iraq nel giro di poche settimane, per entrare nei siti indicati dal governo iracheno.

Dopo 60 giorni, i tecnici di Unmovic sarebbero in grado di completare la lista delle loro richieste.Il Presidente francese, Jacques Chirac, si e’ limitato a ribadire che considera ”essenziale” giudicare l’Iraq per la cooperazione che offrira’ agli ispettori prima di prendere neanche in considerazione un intervento militare di qualsiasi tipo.

”E’ essenziale -ha dichairato il capo dell’Eliseo che ieri si trovava ancora a Beirut- che non sia stabilito l’automatismo di un intervento sostenuto dalla comunita’ internazionale prima di sapere realmente in che modo le autorita’ irachene coopereranno con le ispezioni”.

La Francia si era opposta all’introduzione di una risoluzione in cui oltre alle nuove regole sulle ispezioni si prefigurasse l’uso di ”tutti i mezzi considerati necessari” per ripristinare la sicurezza internazionale.

Nei giorni scorsi era quindi stato trovato una soluzione di compromesso con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sull’articolo dieci della proposta di risoluzione, in cui si preannunciano solo di ”conseguenze”.

Ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha dichiarato che ”se il capo degli ispettori del Consiglio di sicurezza conclude che l’Iraq non rispetti le condizioni imposte dalla nuova risoluzione circa il suo disarmo, allora potranno essere adottate altre misure”.

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