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Iraq: in Parlamento l’intervento di Berlusconi

''Vogliamo la pace ma non nascondiamo la testa sotto la sabbia''. Così Silvio Berlusconi, nel suo discorso davanti alla Camera sulla crisi irachena

di Redazione

”Vogliamo la pace ma non nascondiamo la testa sotto la sabbia”. Silvio Berlusconi, nel suo discorso davanti alla Camera sulla crisi irachena, dice che ormai c’e’ pochissimo tempo per una soluzione in extremis che eviti la guerra e che, se sara’ necessario, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovra’ dare il suo via libera ad un ”uso misurato della forza”. Berlusconi ha fatto anche appello all’opposizione perche’ non faccia mancare il suo sostegno alle scelte del governo, dicendo che sarebbe ”importante” una posizione comune. Il premier ha comunque assicurato che le decisioni del governo saranno sottoposte al Parlamento. Secondo Berlusconi, che ha parlato per circa 20 minuti, quella in corso ”e’ una delle piu’ gravi crisi del dopoguerra”. ”Sono in gioco – ha sostenuto – l’unita’ della lotta al terrorismo e la difesa della sicurezza dei cittadini”. Allo stato attuale, dopo il discorso di Powell alle Nazioni Unite, c’e’ solo ”una possibilita’ estrema di evitare l’uso della forza verso un paese che e’ in flagrante violazione delle risoluzioni dell’Onu”. Per Berlusconi, ”il problema dell’Iraq non e’ un problema privato del governo italiano o dei governi occidentali, ma riguarda tutta la comunita’ internazionale”. Proprio per questo Berlusconi ha invitato ad evitare ”atteggiamenti faziosi”. Maggioranza e opposizione dovrebbero entrambe ”padroneggiare le emozioni” e lasciare da parte ”la demagogia”. Berlusconi ha difeso il documento degli otto paesi europei sulla crisi irachena rileggendone alcune parti. Scopo del documento, ha detto Berlusconi, era anche quello di ”recuperare l’ unita’ europea e della comunita’ internazionale”. Poi, dopo aver ricordato il suo incontro con Putin, ha detto che ”la pace non e’ una facile proclamazione ma una difficile costruzione politica”. Per agire in favore della pace, ha aggiunto, un paese deve avere credibilita’ sulla scena internazionale. Per questo sarebbe opportuna una posizione comune della maggioranza e dell’ opposizione, proprio come accadde per la guerra a Milosevic. ”Nelle democrazie sane – ha detto – sui problemi che riguardano la comunita’ mondiali ci si unisce, non ci si divide. L’ opposizione oggi ha il diritto di dissociarsi – ha aggiunto – ma alla sola condizione che non manchi il rispetto morale per quanto decide la maggioranza”. Quindi, da Berlusconi e’ venuta una stoccata contro i pacifisti dell’Ulivo: ”Riconosco la buona fede di chi dice no alla guerra senza se e senza ma, e spero anche che respingeranno al mittente il plauso che Saddam Hussein ha rivolto loro”. Oggi Saddam, ha detto ancora il premier, rappresenta un ”pericolo vitale per il Medio Oriente ed il mondo”, oltre ad essere ”un regime che non ha esitato a usare le armi contro il suo stesso popolo”. Il governo italiano, ha proseguito, ha svolto il suo ruolo senza ”fanatismi” e ha rispettato il mandato avuto dal Parlamento, mantenendosi ”nell’ambito del piu’ scrupoloso rispetto della Costituzione richiamato anche dal Capo dello Stato”. ”Tutti – ha aggiunto – vogliono ancora sperare che la guerra sia evitabile”. Ma ”il tempo stringe” e sarebbe ”importante” un appoggio che andasse ”al di la’ della maggioranza” sulla posizione italiana. In ogni caso, ha detto Berlusconi, ”le decisioni da assumere saranno sottoposte al Parlamento”. Per il presidente del Consiglio le riserve sulle legittimita’ di una guerra preventiva, sebbene rispettabili, non tengono conto del fatto che ”la prevenzione politica e militare dei rischio e’ un concetto antichissimo, utilizzato per dieci anni per contrastare l’espansionismo di Saddam Hussein”. L’Onu deve svolgere un ”ruolo autorevole”. Se Powell ha mostrato come sia urgente affrontare il rischio della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq, bisogna dunque auspicare che ”l’ Onu si assuma le proprie responsabilita’ ”. E cioe’ ”compiere ogni sforzo dell’ ultima ora per arrivare a un disarmo pacifico”, ma con una convinzione: ”Se disgraziatamente l’ Iraq non accettasse di disarmare, l’ Onu dovrebbe autorizzare quell’ uso misurato della forza che e’ il solo deterrente”. ”Ormai c’e’ poco tempo – ha detto Berlusconi – dunque usiamolo insieme per fare della compattezza politica l’ arma pacifica che puo’ evitare la guerra”. Durante il suo discorso, Berlusconi ha chiesto la solidarieta’ del Parlamento per gli alpini in Afghanistan: le sue parole sono state applaudite in gran parte dai deputati del centrodestra. E Berlusconi, polemicamente, ha osservato ”che soltanto la maggioranza augura agli alpini italiani il pieno successo del loro compito”. ”Ne prendo atto”.


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