Non profit

Iraq: in GB Greenpeace blocca 112 stazioni Esso

Oggi 300 attivisti hanno bloccato 112 stazioni di servizio della Esso e la sede principale della multinazionale, dove normalmente lavorano oltre 1000 persone.

di Redazione

Dall’alba di oggi gli attivisti, alcuni mascherati da tigre, hanno iniziato a bloccare le pompe di benzina rimuovendo il pulsante che permette di effettuare il rifornimento e spedendolo per posta ai membri del consiglio d’amministrazione della Esso, in Texas. L’unica entrata della sede principale della Esso, a Leatherhead, è stata bloccata da un container scaricato da un tir che si è posteggiato a chiudere la strada d’ingresso all’edificio. Sul tir campeggia un?enorme immagine di Bush e la scritta “Esso, basta rifornire la guerra”. “Questa guerra che ci minaccia è il tentativo di Bush di mettere le mani sul petrolio dell’Iraq. La Esso ha speso miliardi per far sì che gli Stati Uniti rimangano dipendenti dal petrolio. Se la gente vuole fermare le guerre del petrolio ed il cambiamento del clima, può iniziare a non rifornirsi più alla Esso”, afferma Domitilla Senni, direttore generale di Greenpeace. Sarà proprio la multinazionale americana, infatti, a fornire il carburante all’esercito americano. Secondo quanto riportato alla fine di settembre dall’agenzia di stampa Defense Logistic, la ESSO ha vinto l’appalto di 48 milioni di dollari per la fornitura di benzina, gasolio ed oli lubrificanti per l’esercito, la marina, l’aviazione, la Nato e le altre agenzie afferenti al Dipartimento delle Difesa. La fornitura comprende anche l’approvvigionamento alle basi italiane continentali (tra cui Vicenza, Camp Derby, Napoli ) ed insulari (Sicilia, La Maddalena, ecc). Bush ha deciso di attaccare l’Iraq soprattutto per garantirsi il controllo delle più grandi riserve di petrolio al mondo dopo quelle dell’Arabia Saudita. La Esso sarà la compagnia che più di altre trarrà profitti dalla conquista dell’Iraq e dei suoi pozzi petroliferi, il 25% dei quali era di sua proprietà prima del conflitto del 1991. La Esso versa centinaia di migliaia di dollari all?Istituto americano d’Impresa, nel quale figura tra i membri di punta il falco del Pentagono Richard Perle, nonché l’amministratore delegato della Esso e presidente Lee Raymond. E’ stato Perle, insieme a Donald Rumsfeld et Paul Wolfowitz a scrivere nel 1998 a Bill Clinton per insistere su un cambiamento di regime in Iraq. Altrimenti, dicevano “una porzione importante delle risorse mondiali di petrolio sarebbe in pericolo”. Nell’ottobre scorso, un rapporto del Dipartimento Energia degli Stati Uniti ha constatato che “il prezzo di produzione del petrolio in Iraq è tra i più bassi al mondo, il Paese è quindi una fonte importante per l’avvenire”.

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