Mondo
Iraq: Ics, attività ong “congelate” in vista di elezioni
Motivi di sicurezza alla base della decisione
La situazione gia’ critica in Iraq e in particolare nel governatorato di Al Anbar, dove lavorano gli operatori locali del Consorzio Italiano di Solidarieta’ (Ics), diventa di giorno in giorno piu’ tesa, con l’approssimarsi delle elezioni del 30 gennaio. Il coordinamento delle organizzazioni non governative – che comprende circa 90 ong tra cui le italiane Ics, Terre des hommes, Un ponte per e Intersos – di stanza ad Amman in Giordania, ha deciso percio’ di congelare per motivi di sicurezza, dal 27 gennaio al 2 febbraio, qualunque intervento sul territorio. Ne da’ notizia l’Ics.
”Anche i nostri colleghi – riferisce l’ong italiana – ci confermano l’alta tensione e il profondo clima di incertezza che avvolgono la fase pre-elettorale. Tutto il governatorato di Al Anbar, in cui si trovano Falluja e Ramadi e dove Ics continua le proprie attivita’, vive una situazione di profonda instabilita’, al punto che lo stesso governo dubita che potra’ essere garantita la presenza di strutture elettorali idonee a uno svolgimento corretto del voto. Cio’ significa che il diritto al voto e l’accesso ai luoghi adibiti non potranno essere considerate accessibili a tutti”. Anche a livello politico piu’ generale, secondo Ics la situazione si presenta molto complessa, visto che ”i leader sunniti progressivamente stanno concentrando le loro forze in campagne contrarie alle elezioni, con l’esplicito invito agli iracheni a non votare, inducendo cosi’ anche l’unico candidato sunnita a ritirarsi dalla competizione elettorale”. Nel frattempo, le attivita’ dell’organizzazione proseguono. ”Le famiglie di sfollati – affermano – continuano ad avere problemi quotidiani ai quali va data una risposta concreta. Stiamo distribuendo cibo e generi di prima necessita’ a 36.200 famiglie e continua contemporaneamente il monitoraggio degli sfollati e dei loro bisogni”. In questi giorni e’ arrivata la richiesta di sedie a rotelle, di cui alcune famiglie hanno seria necessita’ ma che sono difficile da reperire. ”Fra pochi giorni – avvertono – tutto questo verra’ sospeso; in un clima di profonda instabilita’ rimaniamo col fiato sospeso in attesa dell’esito del voto, che aprira’ un nuovo capitolo certamente non facile e probabilmente, date le premesse, tutt’altro che pacificato e pacificante per l’Iraq. Un esito che gravera’ sul futuro degli iracheni, e che avra’ conseguenze sul nostro lavoro nel loro paese”.
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