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Iraq: i poteri del nuovo Governo. Una scheda

I poteri del nuovo governo ad interim iracheno sono descritti dalla Costituzione provvisoria approvata nel marzo scorso e dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza n. 1546

di Paul Ricard

I poteri del nuovo governo ad interim iracheno sono descritti dalla Costituzione provvisoria approvata nel marzo scorso e dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza numero 1546 adottata a giugno. Malgrado nel testo della risoluzione si parli di ”piena sovranita’ ”, in realta’ le prerogative dell’esecutivo sono molto limitate, specie nei confronti delle forze multinazionali presenti in Iraq. RUOLO – Il governo dovra’ traghettare il paese verso elezioni democratiche e nel frattempo ” potra’ – recita la Costituzione provvisoria – amministrare gli affari iracheni occupandosi del welfare e della sicurezza degli iracheni, promuovendo lo sviluppo economico”. DURATA – Il mandato del governo di transizione scadra’ una volta approvata la nuova Costituzione e dopo che le elezioni avranno decretato la formazione del nuovo esecutivo. CONTROLLO – L’operato del governo sara’ controllato da un Consiglio Nazionale composto da 100 membri, nominati da una conferenza nazionale che si terra’ in luglio a Baghdad. Il consiglio nazionale avra’ il potere di veto sulle decisioni dell’esecutivo con una votazione a maggioranza di due terzi. I membri saranno scelti tra membri del governo, rappresentanti delle regioni e altre personalita’ irachene che si sono distinte per la loro capacita’ e integrita’. LIMITI INTERNI – Il governo di transizione non potra’ in alcun modo assumere decisioni a lungo termine che eccedano la durata del suo mandato. La forte limitazione e’ stata imposta dal Grande Ayatollah Ali al Sistani, che ha insistito perche’ solo un governo eletto possa incidere sul futuro del paese. Non potra’ dunque legiferare ne’ abrogare i provvedimenti emanati dall’Autorita’ Provvisoria guidata dagli americani, uno dei quali vieta l’applicazione integrale della legge islamica, la sharia. LIMITI POLITICA ESTERA – Il governo non gode del potere di firmare trattati internazionali che incidano sulle relazioni diplomatiche, sui prestiti internazionali e sul debito pubblico. SICUREZZA – Il governo di transizione, tramite gli appositi ministeri, controllera’ le forze armate irachene, ma non avra’ poteri sulle 160 mila truppe straniere presenti sul territorio. Secondo la risoluzione 1546, comunque, il governo potrebbe chiedere ai paesi interessati di richiamare in patria i propri eserciti. Un carteggio tra il primo ministro iracheno Iyad Allawi e il segretario di Stato Usa Colin Powell parla di ”partnership per la sicurezza”: in caso di ”operazioni sensibili” la forza multinazionale consultera’ il neo insediato governo. Il governo avra’ comunque un ruolo preminente nella nomina di un Consiglio di Sicurezza Nazionale, che sara’ guidato da un esponente dell’esecutivo el quale collaboreranno generali americani e britannici. CARCERI – Le prigioni militari gestite al momento dalle truppe americane passeranno sotto il controllo del governo ad interim in tempi ancora non definiti. Saddam Hussein sara’ consegnato entro il 4 luglio, forse gia’ il 2, al governo di transizione iracheno per la custodia legale, mentre la custodia fisica rimarra’ agli americani. L’ex presidente comparira’ davanti ad un giudice iracheno che gli comunichera’ i capi di imputazione. Insieme a Saddam saranno consegnati anche altri alti esponenti del governo. PETROLIO – Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna trasferiranno al governo ad interim il controllo delle entrate provenienti dalle risorse petrolifere irachene, ora custoditi presso un fondo per lo sviluppo approvato dall’Onu. BILANCIO – Saranno i 100 membri del Consiglio Nazionale ad approvare il bilancio per l’anno 2005, mentre l’ambasciata Usa avra’ in gestione 18 miliardi di dollari da investire in aiuti economici per la ricostruzione del paese.


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