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Iraq. I Ds spostano a martedì la decisione sul decreto e si dividono
E' durata fino a notte fonda la riunione dei deputati Ds sul decreto di rifinanziamento della missione in Iraq: molti i contrari, più del previsto
La lunga riunione che si e’ protratta fino a notte fonda al gruppo della Camera tra i deputati della maggioranza Ds sull’Iraq, e’ stata solo il primo passo del cammino che portera’ al voto sul rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero. Il prossimo passaggio sara’ infatti la riunione del gruppo della Quercia, convocata per martedi’ prossimo, alla vigilia della discussione sulle pregiudiziali di costituzionalita’ al decreto, presentate martedi’ proprio dai Ds. Ma non e’ escluso che la decisione sul voto possa slittare ancora e la Quercia stabilisca di attendere il completamento dell’iter del provvedimento in commissione. Decisioni tecniche e di calendario a parte, quella di ieri sera, a detta di molti partecipanti, e’ stata una ”discussione aperta, a tratti tesa ma anche molto impegnata e responsabile”. Lo testimonia il numero degli interventi (in tutto una trentina) e la durata dell’incontro, andato avanti dalle 8.30 all’una. Alla relazione iniziale del coordinatore dei deputati Ds, Michele Ventura, sono seguiti tra gli altri l’intervento di Goffredo Bettini e Mauro Zani, schierati entrambi per il no al decreto, al pari dei deputati della componente Cristiano Sociale.
”La linea delle obiezioni e delle perplessita’ – ha spiegato un deputato della Quercia – attraversa tutta la maggioranza e si spinge fin dentro la segreteria del partito”. Forse per questo, sia Piero Fassino che Massimo D’Alema (entrambi rimasti fino alla conclusione dell’incontro, segno inequivocabile dell’importanza dell’appuntamento) sono intervenuti per sottolineare l’esigenza di rimanere compatti. Le argomentazioni sono state chiare: se i Ds si spaccano sul voto, avrebbero raccomandato sia il segretario che il presidente del partito, la ‘scossa’ si ripercuoterebbe anche sull’immagine lista unitaria, messa di fronte alla prova del fuoco di un voto sulla politica estera. L’impegno, confermato, e’ fare pressione sul governo perche’ accetti lo stralcio dal provvedimento della parte dedicata alla missione Antica Babilonia e se la risposta fosse, come al Senato negativa, la proposta di Fassino e’ di non partecipare al voto. I deputati Ds, almeno cosi’ e’ emerso durante il confronto di ieri, sarebbero orientati a rimanere in aula. L’uscita, utilizzata per provvedimenti come il lodo Schifani, darebbe al dissenso un rilievo eccessivo e darebbe modo al centro destra di sottolineare molto negativamente l’atteggiamento dell’opposizione.
L’incontro di martedi’ si preannuncia quindi fondamentale per stabilire l’orientamento del gruppo, il cui esito e’ allo stato imprevedibile, considerando che all’assemblea parteciperanno anche dei deputati del Correntone, da tempo schierati apertamente per il no al provvedimento del governo. ”In ogni caso -ha precisato il coordinatore dei Cristiano Sociali, Mimmo Luca’- e’ chiaro che, pur mantenendo le nostre obiezioni, siamo pronti a rimetterci alle decisioni della maggioranza”.
Di certo molti deputati di area fassiniana e dalemiana, non solo quelli della sinistra del partito, sono quantomeno per uscire dall’aula o per votare no e riuscire a convincerli, da parte di fassino e d’alema, stavolta non sarà facile.
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