Cultura
Iraq: i cristiani ritornano nella Piana di Ninive
Dopo la devastazione, arriva la speranza per i cristiani in Iraq. Un progetto di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha pianificato la ricostruzione di 13mila case distrutte dai terroristi del sedicente Stato islamico nella Piana di Ninive. Oggi, l'inaugurazione dei primi cantieri
di Marco Dotti
Nel 2014, la Piana di Ninive cadeva nelle mani delle milizie dell'Isis. Dolore, violenza, persecuzioni. Case distrutte, cristiani in fuga. L'inferno, poi le cose sono cambiate e, quattro mesi fa, la Piana è stata liberata dai fanatici. Tornare è difficile, per le persone in fuga da tanta brutalità. Difficile, ma necessario.
Per questo, per molti cristiani, perseguitati a causa della loro fede e bersaglio principale dell'Isis, oggi è un giorno importante: Acs- Aiuto alla Chiesa che Soffre, fondazione di diritto pontificio nata nel 1947 per sostenere la Chiesa in tutto il mondo, con particolare attenzione laddove è perseguitata, ha inaugurato i primi tre cantieri. La ricostruzione riparte dai villaggi di Bartella, Karamless e Qaraqosh.
Nella mattinata di oggi, lunedì 8 maggio., con una cerimonia cui parteciperà una delegazione ACS – guidata dal segretario generale Philipp Ozores – assieme a rappresentanti delle Chiese siro-ortodossa, siro-cattolica e caldea, vengono consegnate alle prime famiglie cristiane che torneranno nei loro villaggi delle piante di ulivo, un segno di pace e di speranza che potranno piantare accanto alle loro case.
«Questo è un momento decisivo: se perdiamo ora l´opportunità di riportare i cristiani nelle loro case nella Piana di Ninive, potrebbero decidere di lasciare l´Iraq per sempre», dichiara padre Andrzej Halemba, responsabile internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre per il Medio Oriente e presidente del Comitato Niniveh Reconstruction.
Il comitato, istituito lo scorso 27 marzo dalle Chiese siro-cattolica, siro-ortodossa e caldea con la collaborazione di ACS, ha il compito di pianificare e guidare la ricostruzione di circa 13mila case cristiane, 669 delle quali completamente distrutte da ISIS.
Il costo complessivo dell´operazione è di oltre 250 milioni di dollari e ACS ha già messo a disposizione un contributo iniziale di 450 mila euro che permetterà di ricostruire le prime cento case. Tale contributo rientra in un vero e proprio Piano Marshall per – spiegano da Acs – il ritorno dei cristiani nella Piana di Ninive. Un piano che comprende anche la fornitura di acqua, elettricità e viveri.
La Fondazione Acs sostiene già le famiglie di sfollati interni in questa fase che precede il ritorno nelle loro case, e continua a fornire ogni mese pacchi viveri ad oltre 12mila nuclei familiari. «Finora – sottolinea Alessandro Monteduro, direttore di Acs-Italia – abbiamo pagato affitti per 641 abitazioni per 1.800 famiglie; ora la richiesta è per oltre 3mila case per più di 5mila famiglie. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma confidiamo nella generosità di molti»
«Oggi più che mai è essenziale aiutare le famiglie cristiane affinché non abbandonino l’Iraq, cancellando secoli di presenza cristiana», afferma Alessandro Monteduro, direttore di ACS-Italia.
«Ogni giorno riceviamo famiglie che ci chiedono di poter tornare a casa – racconta ad ACS padre Paulos Habib Yousef al-Mekko, parroco della Chiesa di Sant’Adday a Karamless e dall’inizio della crisi responsabile della comunità caldea della diocesi di Mosul – ma dobbiamo assicurare loro un tetto, dell’acqua potabile e qualche ora di energia elettrica al giorno. La distruzione operata dall’Isis è enorme e non possiamo farcela da soli».
Al tempo stesso ACS continua a sostenere il programma di distribuzione di aiuti alimentari alle 12mila famiglie fuggite rifugiate ad Erbil, Dohuk, Kirkuk, Zakho e Alqosh. Entro giugno 2017, la Fondazione pontificia distribuirà oltre 2 milioni di euro di viveri agli sfollati di ogni fede religiosa.
Dal marzo 2016, Aiuto alla Chiesa che soffre è ormai l´unica organizzazione ad occuparsi regolarmente degli sfollati interni iracheni e per far fronte alle loro necessità, dal 2014 ad oggi, ha donato oltre 30 milioni di euro.
In copertina, preghiera a Qaraqosh, 5 maggio 2017. Fotografia: Afp/ Fadel Senna/Getty Images
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