Mondo
Iraq, Gorbaciov: la pace passa per l’Onu
Intervento dell'ex leader sovietico sulla Stampa di oggi
”L’Iraq e’ diventato un’incubatrice di terrorismo che come un magnete attira estremisti di tutte le razze che coordinano sempre la propria attivita”’. Lo afferma in un intervento pubblicato su ‘la Stampa’ di oggi Mikhail Gorbaciov, secondo cui ”sono sempre piu’ evidenti i segni della disintegrazione della societa’ irachena, che si sta spaccando lungo linee di divisione etniche e religiose”. ”Lo sfaldamento dello Stato in tre parti -sottolinea Gorbaciov- curda, sunnita e sciita, non sembra piu’ un’ipotesi impossibile. Anzi, negli stessi Usa qualcuno giunge a presentare come ‘desiderabile’ questa prospettiva”. Secondo l’ex presidente dell’Urss, ”resta difficile sbarazzarsi dell’impressione che l’obiettivo dell’amministrazione americana non sia quello di aprire la strada a i processi democratici, ma di stabilizzare bene o male la situazione fino alle presidenziali negli Usa”. In questo senso, per l’ex leader sovietico, la soluzione per la crisi irachena va cercata nel potenziamento del ruolo delle Nazioni unite.
”Sembra -sottolinea Gorbaciov- che nei colloqui con il rappresentante dell’Onu i leader sciiti avessero fatto capire di poter accettare un rinvio alle elezioni generali a una data successiva al 30 giugno, ma sempre entro la fine dell’anno, solo a condizione che siano le Nazioni Unite a prendere di fatto il controllo sulla transizione. Ritengo che la soluzione vada cercata proprio in questa direzione”. Ma, aggiunge l’ex presidente dell’Unione sovietica, ”vorrei anche ritornare a una proposta che avevo gia’ fatto: coinvolgere maggiormente il potenziale politico e pacificatore dei vicini dell’Iraq, della Lega araba. Il passaggio del potere agli iracheni deve essere un autentico processo di ripristino della sovranita’, il cui risultato deve essere accettabile prima di tutto non per gli architetti dell’invasione, ma per il popolo iracheno, per i paesi della regione e per tutta la comunita’ internazionale”.
Gorbaciov ricorda anche come prima della guerra il Consiglio di sicurezza dell’Onu avesse svolto un serie di sedute aperte in cui ”rappresentanti di decine di paesi avevano esposto le loro posizioni”. ”Penso che oggi una tale ‘sessione speciale’ sia ancora piu’ attuale di allora -sottolinea- I membri della comunita’ delle nazioni devono esprimersi sulle lezioni da trarre dall’accaduto, sulle correzioni da apportare ai meccanismi di cui disponiamo per escludere in futuro operazioni militari preventive e utilizzare ivece con la massima efficacia la diplomazia preventiva. In questo contesto, l’amministrazione americana avrebbe la possibilita’ di fare, stavolta, un discorso costruttivo”.
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