Mondo

Iraq: Gino Strada a Bagdad, «Aspetto una risposta»

La via umanitaria alla liberazione degli ostaggi sembrerebbe procedere. Anche se con tempi lunghi

di Gabriella Meroni

”Dei segnali li abbiamo mandati e ora aspettiamo una risposta”. Il primo tassello di una lunga e difficile trattativa per arrivare alla liberazione dei tre ostaggi italiani da 20 giorni in mano ai sequestratori, e’ stato gettato dalla delegazione pacifista arrivata ieri in Iraq e capeggiata dal fondatore di Emergency Gino Strada. La via umanitaria, dunque, sembrerebbe procedere. Anche se, fanno notare fonti della stessa delegazione, i tempi sono piuttosto lunghi e non c’e’ da aspettarsi un risultato immediato. ”I tempi non sono certo i nostri – dicono le stesse fonti – e poi va considerato che domani e’ venerdi’, giorno di preghiera. E’ probabile dunque che non succeda nulla”. La delegazione – composta da Gino Strada; dal direttore dell’agenzia telematica Peacereporter e membro di Emergency, Maso Notarianni; dal vignettista del Manifesto, Vauro e dalla figlia del fondatore dell’associazione umanitaria – e’ arrivata ieri a Bagdhdad, dopo l’incontro ad Amman con il leader Jabbar Al Kubaisi, l’uomo alla guida dell’Alleanza Patriottica irachena, una delle formazioni che stanno cercando di unire sotto un’unica bandiera la cosiddetta resistenza irachena. Era stato proprio lui in una telefonata al portavoce dei Campi Antimperialisti Moreno Pasquinelli ad avanzare l’ipotesi che Maurizio Agliana, Salvatore Stefio e Umberto Cupertino avrebbero potuto essere liberati se fossero intervenuti esponenti del mondo pacifista, nettamente contrari alla guerra e alla presenza delle truppe in Iraq. Di qui il tentativo di Strada e degli uomini di Emergency. Arrivati nella capitale irachena i quattro hanno cosi’ incontrato la persona, o le persone, indicate da Jabbar Al Kubaisi. Non e’ escluso che abbiano avuto incontri anche con altre persone conosciute dall’associazione – visto che e’ presente in Iraq dal ’95 – e che potrebbero rivelarsi utili. ”I segnali sono stati mandati – ripetono le fonti a Baghdad – ora aspettiamo una risposta”. Nel frattempo, la delegazione pacifista si tiene defilata, evitando di avere rapporti con le autorita’ italiane e con i giornalisti presenti nella capitale irachena, proprio per evitare che il canale aperto possa saltare. ”Ce ne stiamo ben nascosti”, ribadiscono ”e aspettiamo”.


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