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Iraq, Frattini presenta la missione italiana

L'intervento umanitario sarà "necessariamente'' supportato da una componente militare. In allegato lo stenografico della seduta

di Stefano Arduini

Un’ unita’ ospedaliera da campo che giungera’ in Iraq a bordo di mezzi della Marina militare; un laboratorio di salute pubblica che si occupi di disinquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, che avvii interventi di vaccinazione e che combatta il rischio di epidemie. Sono questi i primi interventi della missione italiana in Iraq che oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini ha illustrato al Senato, definendola ”una corsa contro il tempo” per aiutare il popolo iracheno ad uscire dall’emergenza umanitaria. Della missione, ha aggiunto il ministro, dovra’ ”necessariamente” far parte una componente militare, con compiti ”strettamente connessi agli obiettivi umanitari”. Senza il sostegno delle forze armate, ha sottolineato Frattini, l’intervento italiano risulterebbe ‘decisamente velleitario”. Complessivamente, il numero di militari destinati a fronteggiare l’emergenza umanitaria in Iraq, dovrebbe oscillare tra le 2.500 e le 3.000 unita’ dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aeronautica e dei Carabinieri. Il governo presentera’ un provvedimento per la copertura giuridico-finanziaria della missione che coinvolgera’ anche i ministeri della Difesa, dell’Ambiente, delle Infrastrutture e delle Attivita’ produttive.

Frattini, in apertura di intervento, ha voluto sottolineare come sia ”evidente il sentimento di sollievo della popolazione irachena” dopo la destituzione del regime di Saddam. Ma ora, ha aggiunto, e’ tempo di intervenire per ”evitare che la situazione di emergenza umanitaria si trasformi in catastrofe umanitaria. Non possiamo e non dobbiamo rimanere inerti”. La situazione generale in Iraq, dopo il conflitto, e’ allarmante, ha rilevato il ministro: mancano acqua potabile, le strutture fognarie sono distrutte, e questo puo’ portare ad epidemie; manca l’energia elettrica, e questo significa che gli ospedali non possono funzionare come dovrebbero e che l’industria non puo’ ripartire. L’economia rischia di essere preda del mercato nero. E sullo sfondo una ”violenza sconsiderata” che impedisce di rendere tempestiva l’azione di soccorso. In questo quadro si colloca l’intervento italiano ”per non lasciare solo il popolo iracheno di fronte all’emergenza umanitaria”. La missione, quindi, ”ha uno scopo emergenziale, umanitario, per salvaguardare le condizioni di vita quotidiane della popolazione, ed in particolare delle sue fasce piu’ deboli: donne, bambini, anziani”.

La prima priorita’, ha detto Frattini, e’ quella medico-sanitaria. Per questo, il primo intervento concreto, in ordine di tempo, dovrebbe essere il trasporto, a bordo di unita’ della Marina militare, di un ospedale da campo militare. Il secondo passaggio, in chiave di intervento medico-sanitario, sara’ quello dell’installazione di un ‘laboratorio nazionale italiano’ di salute pubblica che si occupi del disinquinamento di aria, acqua e suolo, che avvii un programma di vaccinazioni, che eviti il propagarsi di malattie infettive dovute alle disastrose condizioni igienico-sanitarie in cui oggi si trova l’Iraq. Il laboratorio di salute pubblica dovra’, in una seconda fase, sostenere una rete di presidi sanitari regionali per servire le principali aree del paese. In una terza fase, che non rientra nel quadro di interventi emergenziali, il nostro paese dovrebbe impegnarsi nella ristrutturazioni di almeno due ospedali, uno dei quali pediatrico. L’Istituto Gaslini di Genova, ha riferito Frattini, si e’ gia’ offerto di inviare subito in Iraq pediatri e specialisti in chirurgia pediatrica.

Quella che il governo chiede al Parlamento di approvare, sara’, ha sottolineato Frattini, un’azione ”multidimensionale” che coinvolgera’ diversi dicasteri: oltre agli Esteri, anche la Difesa, per la ”necessaria” componente militare della missione, l’Ambiente, le Infrastrutture, le Attivita’ produttive. Per il successo della missione umanitaria, ha detto il ministro, sara’ indispensabile un sostegno delle forze armate: ”altrimenti, l’intervento diventerebbe velleitario se non inattuabile”. Da qui la necessita’ di un contingente di 2.500-3.000 unita’ dell’Esercito, della Marina militare, dell’Aeronautica militare e dei Carabinieri. Innanzitutto per la protezione dei flussi degli aiuti e dell’attivita’ di assistenza sanitaria. Per evitare, insomma, che i beni di prima necessita’, sanitari ed alimentari, divengano preda del mercato nero. In secondo luogo, l’impiego dei militari servira’ al ripristino dei tratti di viabilita’ stradale, ferroviaria ed aeroportuale destinati al transito degli aiuti. E servira’ alle operazioni di bonifica degli ordigni esplosivi, alla rilevazione di elementi biologici e chimici dannosi per la popolazione, ad assicurare i compiti di polizia militare, assistenza sanitaria e tutela dell’ordine pubblico.

Frattini ha rivolto un appello alle opposizioni affinche’ ”le divisioni del passato non si ripropongano oggi”, chiedendo quindi al Parlamento di approvare il piano di intervento del governo, che sara’ sostenuto da un provvedimento dell’esecutivo per la copertura finanziaria e giuridica della missione. L’intervento italiano per affrontare l’emergenza umanitaria, dunque, in primo piano per il governo. Ma l’esecutivo, dice Frattini, continua ad impegnarsi per una ”larga iniziativa internazionale in tempi brevi per la ricostruzione dello Stato iracheno”. Una soluzione, ha concluso il ministro, che sia condivisa dai quindici paesi dell’Ue e dai 10 che vi entreranno a far parte.

Il discorso integrale del ministro nello stenografico del Senato, da scaricare nell’allegato a lato

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