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Iraq: Fao, allarme alimentare nel Sud

Laurent Thomas responsabile del settore dei programmi di emergenza della FAO denuncia: ''la semina della nuova stagione e' fortemente a rischio''.

di Redazione

La Fao lancia l’allarme sulla situazione alimentare nel sud dell’Iraq, dove – come spiega Laurent Thomas responsabile del settore dei programmi di emergenza della FAO ”la semina della nuova stagione e’ fortemente a rischio”. Lo scenario disegnato da Thomas presenta luci ed ombre che riflettono in parte l’evoluzione del conflitto e gli equilibri politici regionali. ”Dal nord del paese, nelle regioni di Erbil, Sulaimanya e Duhok, riceviamo indicazioni positive: gli scontri a fuoco sono stati limitati in quelle zone e i contadini hanno potuto continuare la loro attivita’ tranquillamente. Sono buone notizie, anche perche’ la parte nord del paese h conosciuta come il ‘granaio’ dell’Iraq: piu’ di un terzo dei prodotti agricoli del Paese provengono dal nord. Per il centro e il sud, la situazione h piy seria. I nostri staff seguono la situazione e sappiamo che ci saranno problemi nella raccolta dal momento che manca il carburante per i macchinari. Questa carenza di carburante provoca anche difficolta’ alle pompe che servono per i sistemi di irrigazione”. A preoccupare gli esperti della Fao non e’ solo la scarsita’ del raccolto previsto per il prossimo anno nel sud del paese, ma anche la situazione alimentare nell’immediato. Sono stati infatti registrati gravi danni alle fattorie “ripristinate con il supporto del programma ‘oil for food’ che producevano 150.000 tonnellate di pollame e miliardi di uova. Adesso, invece le fattorie hanno bisogno di tutto, dai mangimi ai vaccini all’energia. Senza queste forniture, saranno costrette a bloccare la produzione, e questo non sar` solo un disastro economico, ma anche una tragedia alimentare per la popolazione”. E’ a rischio anche il raccolto di datteri, coltivazione in cui l’Iraq e’ leader mondiale. In questa stagione vengono spruzzati gli antiparassitari, ricorda Thomas, ”eventuali ritardi possono danneggiare le palme, riducendo il raccolto”. La Fao cerca inoltre di tenere sotto controllo anche la situazione degli allevamenti ovini: ”In Iraq si contavano diciotto milioni di pecore ed agnelli, dobbiamo stare attenti ad eventuali focolai di infezione, che potrebbero raggiungere i paesi vicini”. ”La nostra azione procede su diversi fronti: abbiamo il vantaggio che, grazie anche alla sua tradizione agricola, l’Iraq puo’ contare su contadini molto preparati, le coltivazioni sono meccanizzate i sistemi d’irrigazione erano piuttosto sofisticati. Ovviamente, dopo anni di isolamento, le conoscenze devono essere aggiornate, ma l’eliminazione delle sanzioni favorira’ questo processo. L’importante e’ far arrivare la nostra assistenza ai diretti interessati. Per fare cir nel nord dell’Iraq stiamo lavorando con le autorita’ locali, mentre nel resto del Paese la situazione e’ meno definita”. Sul fronte politico – istituzionale la Fao e’ in attesa della nomina del governo provvisorio. Nell’immediato, spiega Thomas, ”abbiamo lanciato un appello per raccogliere 86 milioni di dollari per le necessita’ piu’ urgenti dell’agricoltura. Il governo inglese ha gi` assicurato 1,5 milioni di sterline”. Altri fondi arrivano dal programma ‘oil for food’ che e’ stato prolungato dal Consiglio di Sicurezza fino alla fine di giugno, anche se ”la Fao punta ad ottenere una ulteriore proroga”.


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