Mondo

Iraq, ex ispettore: “dove sono le armi di Saddam?”

Scott Ritter, ex marine, in tono ironico: "c'e' la concreta possibilita' che l'Onu sia riuscito a disarmare l'Iraq, e non potra' mai saperlo''

di Redazione

‘E’ un fatto inconfutabile che, fino a questo momento, le accuse riguardo alle armi di distruzione di massa, usate dall’amministrazione Bush per sostenere la legittimita’ dell’intervento in Iraq, rimangono non provate”. Cosi’, in un articolo pubblicato su ”Newsday”, scrive Scott Ritter, l’ex marine che per sette anni e’ stato un ispettore dell’Onu in Iraq, ed ora e’ un acceso critico delle motivazioni presentate da George Bush per giustificare l’attacco all’Iraq. L’ex militare, che ha preso parte alla prima guerra del Golfo, non manca di esprimere sollievo per il fatto che armi chimiche non siano state usate contro i soldati americani: ”Il fatto che le tute anti-chimiche non siano state utilizzate dalle forze della coalizione e’ motivo di gioia – scrive sul quotidiano statunitense Ritter che nei mesi precendenti alla guerra ha pubblicato un libro-intervista in cui smontava la posizione di Washington – Ma il mancato ricorso alle armi chimiche in battaglia, unito al fatto che finora la coalizione non ha trovato i consistenti arsenali di armi proibite o di siti per la loro produzione, provoca inquientanti dubbi riguardo a quello che doveva essere la principale giustificazione dell’operazione militare guidata dagli Stati Uniti: disarmare un dittatore che si rifiutava di farlo”. Riconoscendo che ”nessuno versera’ lacrime per la caduta di Saddam” e che ”il mondo sara’ un posto migliore senza di lui e senza il suo regime”, Ritter sottolinea pero’ che ”il mondo deve preoccuparsi anche del danno che l’incursione militare statunitense ha inflitto alla credibilita’ delle Nazioni Unite”. E, si domanda, che cosa potrebbe succedere se, alla fine, ”verra’ fuori che l’Iraq era veramente disarmato”, che ”gli ispettori dell’Onu hanno avuto successo e che il governo iracheno aveva rispettato i suoi obblighi”. ‘ ‘La cosa ironica e’ che c’e’ la concreta possibilita’ che l’Onu sia riuscito a disarmare l’Iraq, e non potra’ mai saperlo” conclude l’ex ispettore, che lascio’ l’Unscom nel 1998, poco prima che la missione fosse espulsa da Saddam, denunciando pressioni di Washington ed infiltrazioni della Cia. Per mesi la retorica dell’amministrazione Bush ha insistito – scrive ancora l’ex marine – sull’esistenza di queste armi, citando ”cosiddette prove inconfutabili” di intelligence, ed accusando cosi’ l’Iraq della ”violazione sostanziale” degli accordi per il disarmo. Ed e’ questa violazione che ha fornito, in base alla interpretazione data dagli Stati Uniti della risoluzione 1441, la giustificazione legale, secondo Washington, dell’intervento armato. ”Ma se non ci sono armi di distruzione di massa, non c’e’ violazione sostanziale – si legge ancora nell’articolo – ed allora, a prescindere da quanto possa piacere il cambio di regime e la liberazione, ci sarebbero problemi a giustificare, sulla base del diritto internazionale, l’intervento


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA