Formazione

Iraq: Emergency, rischiamo colnflitto nucleare tra 2 mesi

Appello di Gino Strada a intellettuali in convegno all'Accademia dei Lincei: "fate sentire la vostra voce".

di Redazione

”Uomini di cultura e scienziati fate sentire la vostra voce. Fate capire al mondo dove stiamo andando. Perche’ mentre noi parliamo qui, fra due mesi potrebbe esserci un conflitto nucleare, di cui certamente la televisione non parla”, ma che e’ un rischio reale. E’ l’appello di Gino Strada, fondatore di Emergency, lanciato oggi a Roma dall’Accademia dei Lincei, dove il ‘chirurgo di guerra’ ha parlato in un affollatissimo incontro dal titolo ‘La medicina di Emergency”. Strada ribadisce che ”la guerra e’ la piu’ grande malattia da guarire. Ma bisogna farlo sin dai primi sintomi, con la cultura della pace. E non dopo, quando si possono solo curare le ferite”. ”La guerra -dice- quando miete il 90% di vittime civili, come succede nei conflitti degli ultimi decenni, non e’ altro che un atto di terrorismo. Terrorismo non e’, come hanno voluto farci credere, solo l’attacco alle Torri Gemelle. I 5000 morti per i bombardamenti in Afganistan non ‘ripagano’ i 3000 delle Torri. Abbiamo solo fatto 8000 morti”. E l’alternativa ”che i politici, e i cosiddetti opinionisti si ostinano a non vedere, e’ proprio quella di ripartire dal rispetto della dichiarazione dei diritti dell’uomo, fondamento di pace, liberta’ e giustizia. Ma se il 20% della popolazione mondiale possiede l’83% delle risorse, e negli ultimi 50 anni sono oltre 50 i conflitti attivi, e’ difficile parlare di diritti, pace e democrazia”. ”Al contrario -ribadisce- la guerra non e’ mai una necessita’, ma sempre una scelta”. Ed Emergency per questo oltre all’attivita’ medico-sanitaria, e’ impegnata ora piu’ che mai nella ”costruzione dei diritti umani, che sono la ricetta da cui partire”. Strada poi invoca la netta separazione fra ”aiuti umanitari e politica”. ”Renderli sinonimi e’ una bestemmia -dice- e l’Afganistan e’ stata la Caporetto delle agenzie umanitarie. Sono state fatte evacuate a due giorni dall’11 settembre, mentre il bombardamento americano e’ cominciato il 7 ottobre. La politica cioe’ ha deciso che bisognava mettere a tacere in quel momento le agenzie umanitarie, oltre che i mass media, portarli dalla propria parte, per poi dire ‘vi diciamo noi quando tornare, e vi daremo anche i soldi per farlo”. Per questo ”Emergency rifiuta i finanziamenti governativi”. Un accenno imprescindibile poi agli Usa. ”Non si tratta di essere anti-americani -conclude- ma non possimo dimenticare che il primo attacco all’Afganistan era stato deciso da Clinton ad ottobre del 2000, dopo il fallimento delle trattative sui gasdotti. E io conosco almeno tre persone che vi parteciparono e che ora sono rinchiusi a Guantanamo. E anche dietro l’attacco all’Iraq non c’e’ altro che i barili di petrolio”. E, secondo il fondatore dei Emergency, uno dei problemi, per scongiurare le ‘sclete di guerra’ e’ proprio quello di ”costruire la democrazia negli Usa”.


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