Non profit
IRAQ. È nata una stella: il giornalista lanciascarpe
Blog, gruppi, video e migliaia di fan per Muntadar al-Zaidi
Attualmente è detenuto in un luogo segreto (e secondo i familiari avrebbe una mano e varie costole rotte) per aver lanciato, lo scorso 14 dicembre, le sue scarpe contro il presidente George Bush in visita in Iraq. Ma può consolarsi, perché è diventato in pochi giorni un vero eroe globale, sostenuto da migliaia di fans sui blog di tutto il mondo e titolare di ben 44 gruppi di sostegno sul network globale di Facebook.
«Muntadar al-Zaidi è il mio eroe»: è questo il tono della maggior parte dei messaggi che hanno inondato i siti ufficiali di notizie come Bbc, Cnn e Abc, mentre a Baghdad (ma anche a Najaf) centinaia di manifestanti si riversavano nelle strade chiedendo la liberazione del 29enne giornalista, dal 2005 in forza alla tv egiziana Al-Baghdadia. Secondo molti testimoni, gran parte dei manifestanti brandivano scarpe. Negli Stati Uniti, a favore di Muntadar al-Zaidi è sceso in campo il noto giornalista Dave Lindorff, autore del libro “The Case for Impeachment”, che in suo onore ha scritto un articolo intitolato «Muntadar al-Zaidi ha fatto quello che noi giornalisti avremmo dovuto fare molto tempo fa», ripreso da molti altri siti, tra cui quello dedicato ai blog dei sostenitori di Barack Obama (che tuttavia, si precisa, non rispecchia le opinioni del presidente eletto). «Nous sommes tout Muntadar al-Zaidi» è il titolo del blog http://thepoorman.net/, mentre sulla piattaforma di blog WordPress sono addirittura 153 i blogger che lo citano (nella stragrande maggioranza dei casi per inneggiare a lui). E su ipetitions è già comparsa una raccolta firme per chiedere la sua liberazione, arrivata oggi a sfiorare le 900 adesioni.
Ma Muntadar al-Zaidi (cui è dedicata una corposa voce su Wikipedia) spopola anche su Youtube, dove sono stati caricati 63 video con la sua “impresa”, e ovviamente su Facebook: il social network più alla moda del momento ha visto spuntare in pochi giorni 44 gruppi di sostegno al giovane giornalista iracheno, che conta oltre 300 fans sul suo profilo personale. Tra i sodalizi più divertenti, quello che propone agli iscritti di inviare un pacco alla Casa Bianca contenente un paio di scarpe, e quello che ha indetto per il 19 dicembre un “National shoe throwing party” (festa nazionale del tiro di scarpe) da tenere in tutti i campus universitari degli Usa. Non poteva mancare un gioco online: sul sito http://bushbash.flashgressive.de/ è possibile traformarsi in Muntadar e cercare di colpire Bush che, al tavolo della conferenza stampa, cerca di schivare il tacco.
Scatenati anche i comici: David Letterman nel suo Late Show ha proposto un’esilarante parodia del video del “lancio” e ha evitato di un soffio un paio di scarpe lanciategli dall’assistente di studio (vedi il video); sul blog Unconfirmedsource (una sorta di Dagospia per la stampa americana) viene riportata una dichiarazione (ovviamente falsa) del portavoce della Nike Neil Blumenfeld su un nuovo modello di calzature ispirato a al-Zaidi: «È un vero peccato che un uomo con un braccio così manchi il bersaglio per ben due volte. Abbiamo quindi pensato di disegnare una scarpa più bilanciata dal tacco alla punta, per consentirle di volare meglio e con più precisione. Da oggi in poi», continua il dirigente Nike, «quando un giornalista lancerà una scarpa senza andare a segno potremo essere certi che non si tratta di un nostro prodotto».
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