Mondo
Iraq: due autobombe a Baghdad, 6 morti e 43 feriti
L'attentato è avvenuto vicino alla sede del Ministero degli interni dove i soldati Usa hanno scoperto la settimana scorsa il bunker delle tortue.
Sono almeno sei i morti e 43 le persone rimaste ferite nell’attentato compiuto questa mattina con due autobombe nel quartiere occidentale di Baghdad, Jadiriyah, nei pressi della sede del ministero degli Interni iracheno dove lo scorso fine settimana sono stati trovati alcuni detenuti con segni di tortura: lo ha riferito la polizia.
La forte esplosione che ha scosso di Jadiriyah e’ stata udita fino nel centro della citta’, seguita dal rumore di alcuni colpi di arma da fuoco. Dalla zona si è alzata una densa nuvola di fumo. L’Associated Press Television News ha mostrato le immagini di diversi edifici crollati a causa della deflagrazione e un largo cratere sulla strada. Squadre di vigili del fuoco sono accorse sul posto e si sono unite agli abitanti della zona impegnati a recuperare eventuali superstiti tra le macerie.
Il maggiore di polizia Raeid Mohamedawi ha detto che le due autobombe sono esplose in una zona residenziale dietro la sede del ministero. Le sei vittime sono civili, mentre tra i feriti figurano tre agenti di polizia. Lo scorso fine settimana, le forze Usa hanno scoperto nel centro di detenzione del ministero 173 detenuti iracheni, alcuni con segni evidenti di torture e malnutrizione.
Ieri, il ministro degli Interni Bayan Jabr Sulagh, ha definito esagerati i resoconti sugli abusi sottolineando che sarebbero cinque i prigionieri iracheni maltrattati e che nel carcere sarebbero stati detenuti presunti terroristi stranieri e pericolosi “criminali” di confessione sia sunnita che sciita. Il governo di Baghdad ha comunque promesso l’avvio di un’indagine a riguardo.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.