Famiglia

Iraq, dieci milioni di bambini tenuti in ostaggio dalla guerra

Lo denuncia Terre des hommes Italia, nel giorno del 16mo anniversario della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia

di Daniele Biella

Karar, a 11 anni, era costretto dal padre a vendere carburante ai bordi di una strada molto trafficata. Gli operatori del centro sono riusciti a convincere i genitori da mandarlo a scuola. Qualche giorno dopo, quando il bambino ha iniziato a frequentare le lezioni, nello stesso luogo in cui era solito vendere la benzina c’è stata un’esplosione molto forte, che sicuramente l’avrebbe ucciso se si fosse trovato lì.

Rashed, 9 anni, chiedeva l’elemosina e teneva sempre con sé un vasetto di colla, abitudine purtroppo comune a moltissimi bambini di strada di tutto il mondo. Dopo grandi difficoltà gli operatori del centro di Bataween hanno potuto rintracciare la madre, che vive anche lei d’elemosina, e proporle di iscrivere il bambino a scuola. L’inserimento in un ambiente protettivo ha avuto un riscontro estremamente positivo su Rashed, che velocemente ha fatto notevoli progressi diventando il primo della classe.

Anche Ibrahim, prima di entrare al centro, chiedeva l’elemosina. Ad appena 13 anni soffriva di depressione: gli psicologi del centro affermano che le radici di questo disagio affondano sulla negazione di bisogni elementari quali la sicurezza, l’attenzione da parte dei genitori e la possibilità di andare a scuola. La frequentazione del Drop-In Center ha aumentato la sua fiducia in sé stesso e quindi la sua capacità di socializzazione.

In occasione del sedicesimo anniversario dell’approvazione della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Terre des hommes (TDH) Italia vuole ricordare le difficili condizioni dei milioni di bambini a cui quegli stessi diritti vengono quotidianamente negati a causa di povertà, guerre e catastrofi naturali. In particolare, vuole dedicare questo giorno ai bambini iracheni, per i quali il perdurare del conflitto rende sempre più precarie le possibilità di usufruire dei più elementari diritti, come quello di studiare, avere un’alimentazione adeguata e di essere protetti da situazioni di pericolo. Proprio per questo TDH Italia ha creato nel 2004 il centro Drop-In di Bataween (Baghdad), che però da qualche mese ha dovuto sospendere le attività per difficoltà di gestione e sicurezza.

“Contrariamente a quanto molti immaginano, negli anni Ottanta l’Iraq aveva un sistema educativo tra i migliori in Medio Oriente e già nel 1994 aveva ratificato la Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia”, spiega Bruno Neri, Senior Officer di Terre des hommes Italia e responsabile dei progetti in Iraq. “Due guerre e 12 anni d’embargo hanno messo in ginocchio la popolazione irachena. La strisciante guerra civile a cui assistiamo rende ancor più difficile le operazioni di aiuto umanitario e cooperazione internazionale in quel territorio. E purtroppo gli attacchi alla popolazione civile, bambini compresi, sono all’ordine del giorno. Speriamo di ottenere al più presto fondi da istituzioni e privati per poter riaprire il centro di Bataween, in cui possiamo offrire a centinaia di bambini un luogo protetto in cui studiare e giocare”, conlude Neri.

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