Mondo

Iraq, dalla Regione Toscana un’ora di lavoro alle associazioni

Un'ora di stipendio per la ricostruzione dell'Iraq è la proposta fatta da sindacati e amministrazione regionale ai propri iscritti e dipendenti

di Redazione

Un?ora di stipendio per la ricostruzione dell?Iraq e il sostegno alla associazioni umanitarie che in questo momento vi operano: mezzora ce la metterà il lavoratore, l?altra mezzora la Regione Toscana. E? la proposta che le rappresentanze sindacali e l?amministrazione hanno fatto ai propri iscritti e dipendenti: un gesto che sia anche un?azione concreta a sostegno della popolazione irachena, dei feriti e dei profughi. ?Adesso che il regime di Saddam è caduto e il conflitto pressoché finito – spiega il presidente Claudio Martini ? è più che mai importante impegnarsi per alleviare le sofferenze della popolazione, un modo concreto per costruire la pace. Restano infatti sul terreno tutte le macerie materiali e politiche prodotte dalla scelta unilaterale del governo americano di attaccare l?Iraq. Ogni canale umanitario dovrà essere aperto e attivato in modo da dare spazio alla solidarietà?. Nella lettera che ha scritto a tutti i dipendenti il presidente della Toscana ha ribadito come la Regione si sia sempre opposta a questa guerra che non ha, come ogni guerra moderna, nessuna giustificazione etica, che viola il diritto internazionale e che delegittima l?Onu: consapevole del massacro di civili innocenti che avrebbe provocato. I lavoratori della Regione avranno tempo fino al 30 aprile per aderire all?appello: il prelievo dell?equivalente del compenso di mezzora del proprio lavoro sarà effettuato sulla busta paga di maggio. Da parte sua l?amministrazione regionale si impegna a devolvere altrettanto, raddoppiando così le risorse complessive che si verranno a determinare. I fondi raccolti saranno equamente distribuiti tra le quattro associazioni umanitarie che da tempo operano in Iraq – Medici senza frontiere, Emergency, Un ponte per – Ics e la Caritas di Bagdad – le stesse individuate assieme ai vescovi e verso cui Martini aveva invitato i sindaci toscani a convogliare i propri aiuti.


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