Cultura
Iraq: da vescovi europei no a guerra “preventiva”
Nel comunicato finale dell'Assemblea plenaria del Ccee, il Consiglio delle conferenze episcopali europee appena concluso a Sarajevo, si parla esplicitamente di ''terribile prospettiva di un conflit
di Redazione
Stavolta ad esprimersi sono stati i vescovi europei ed il loro ”no” alla guerra preventiva contro l’Iraq di Saddam Hussein si e’ aggiunto ai tanti venuti in questi giorni dal mondo cattolico. Nel comunicato finale dell’Assemblea plenaria del Ccee, il Consiglio delle conferenze episcopali europee appena concluso a Sarajevo, si parla esplicitamente di ”terribile prospettiva di un conflitto armato in Iraq” e si ricorda che ”la guerra e’ stata e sara’ sempre una cosa orribile”. I vescovi europei non hanno nascosto la loro ”grande preoccupazione” per la situazione internazionale, non dimenticando di citare la ”tragedia interminabile che si sta consumando in Terra Santa”. ”I leader in Europa e nel mondo – si legge nel documento – hanno il serio obbligo di proteggere il bene comune globale contro qualunque minaccia alla pace, attraverso tutti i mezzi non violenti a disposizione. Non c’e’ vera pace senza giustizia”. Alla voce dei vescovi si e’ aggiunta anche quella della piu’ importante associazione laicale italiana: l’Azione cattolica che in una nota della Presidenza nazionale ha ricordato che ”la paura e lo sdegno che molti cittadini provano di fronte al terrorismo non possono trovare in nessuna forma di guerra, tanto meno preventiva, ragioni di disimpegno nei confronti del compito di governare la globalizzazione, di superare la miseria di molti popoli e la sperequazione della distribuzione delle risorse del pianeta”. Per l’Aci occorre, invece, ”un rafforzamento delle Istituzioni internazionali e dei suoi organismi politici” e ”restituire alla politica, alla mediazione e alla diplomazia il filo necessario per tessere quelle trame di pace che le armi non fanno che lacerare”. Duro il commento del movimento cattolico Pax Christi. ”Non possiamo farci chiudere la bocca – ha affermato il nuovo presidente, mons. Tommaso Valentinetti – da chi ha scelto e vuole convincerci che la guerra, anche se a malincuore, e’ necessaria ed inevitabile”. Ma sulla guerra e’ tornata ad esprimersi, in una nota, anche l’agenzia dei vescovi italiani, Sir che parlando di ”prospettive assai incerte” per quanto riguarda la crisi irakena, sottolinea come la ”prima conseguenza sul piano della politica interna” della crisi internazionale e’ stata quella ”di accelerare il processo di chiarimento nell’area dell’opposizione, investendo in particolare i Democratici di Sinistra”.
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