Mondo

Iraq, Cri a rischio sequestri

Così il commissario Scelli da Montesilvano ha spiegato l'impossibilità di raggiungere Fallauja con un convoglio umanitario

di Stefano Arduini

”Noi a Falluja siamo intervenuti gia’ ad aprile, quando io ero in Iraq, aprendo un cordone umanitario. Oggi siamo terrorizzati dal poterlo fare ancora, perche’ c’e’ il rischio sequestri”. E’ quanto ha affermato il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli, sulla necessita’ di interventi nella citta’ irachena in conseguenza dell’offensiva in corso da parte dell’esercito Usa. ”Quindi – ha aggiunto Scelli a margine del Congresso nazionale dei Volontari del Soccorso della Cri, in svolgimento a Montesilvano – per adesso abbiamo rinforzato la nostra qualita’ di azione e le potenzialita’ interne al nostro ospedale a Baghdad. Chi puo’, chi riesce ad arrivare, ci sta portando persone da curare all’interno del Medical City. Ho dato comunque disposizioni al nostro personale affinche’ nessuno esca, per nessun motivo”. Attualmente in Iraq la Croce Rossa Italiana sta gestendo due piani dell’ex Saddam Hospital, l’ex ospedale del ”rais”, ”con una media di 300 persone assistite al giorno – spiega Scelli -, di cui la meta’ bambini”. ”Sono bambini – prosegue – che hanno le patologie piu’ varie, soprattutto ustioni, e nell’ospedale abbiamo questo nucleo specializzato che sta facendo fronte veramente ad ogni necessita’, con grande competenza, ma soprattutto grande capacita’ di sacrifici. Si immagini – conclude Scelli – che i nostri addetti vivono e lavorano negli stessi luoghi. Quindi non c’e’ nessuna possibilita’ di distrazione, nulla. Veramente sono italiani di cui c’e’ da essere orgogliosi”.


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