Mondo
Iraq, Cri a rischio sequestri
Così il commissario Scelli da Montesilvano ha spiegato l'impossibilità di raggiungere Fallauja con un convoglio umanitario
”Noi a Falluja
siamo intervenuti gia’ ad aprile, quando io ero in Iraq, aprendo
un cordone umanitario. Oggi siamo terrorizzati dal poterlo fare
ancora, perche’ c’e’ il rischio sequestri”. E’ quanto ha
affermato il commissario straordinario della Croce Rossa
Italiana, Maurizio Scelli, sulla necessita’ di interventi nella
citta’ irachena in conseguenza dell’offensiva in corso da parte
dell’esercito Usa.
”Quindi – ha aggiunto Scelli a margine del Congresso
nazionale dei Volontari del Soccorso della Cri, in svolgimento a
Montesilvano – per adesso abbiamo rinforzato la nostra qualita’
di azione e le potenzialita’ interne al nostro ospedale a
Baghdad. Chi puo’, chi riesce ad arrivare, ci sta portando
persone da curare all’interno del Medical City. Ho dato comunque
disposizioni al nostro personale affinche’ nessuno esca, per
nessun motivo”. Attualmente in Iraq la Croce Rossa Italiana sta
gestendo due piani dell’ex Saddam Hospital, l’ex ospedale del
”rais”, ”con una media di 300 persone assistite al giorno –
spiega Scelli -, di cui la meta’ bambini”.
”Sono bambini – prosegue – che hanno le patologie piu’
varie, soprattutto ustioni, e nell’ospedale abbiamo questo
nucleo specializzato che sta facendo fronte veramente ad ogni
necessita’, con grande competenza, ma soprattutto grande
capacita’ di sacrifici. Si immagini – conclude Scelli – che i
nostri addetti vivono e lavorano negli stessi luoghi. Quindi non
c’e’ nessuna possibilita’ di distrazione, nulla. Veramente sono
italiani di cui c’e’ da essere orgogliosi”.
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